Pieter Paul Rubens: straordinario pittore di corte

di Laura Corchia

Dotato di una personalità equilibrata e accomodante, Pieter Paul Rubens ha mirabilmente unito il genio del grande pittore all’accortezza del politico di professione.

“Fu egli di statura grande, ben formato e di bel colore e temperamento; era maestoso insieme ed umano, e nobile di maniere e di abiti, solito portare collana d’oro al collo e cavalcare per la città come gli altri cavalieri e persone di titolo, e con questo decoro il Rubens manteneva in Fiandra il nobilissimo nome di pittore”. La descrizione di Giovan Pietro Bellori delinea la figura di un uomo che, oltre a coltivale in naturale talento per la pittura, seppe conquistarsi la benevolenza e la fiducia dei potenti.

Scrive il Bellori: “Non era egli semplice pratico, ma erudito, essendosi veduto un libro di sua mano, in cui si contengono osservazioni di ottica, simmetria, proporzioni, anatomia, architettura, e una ricerca de’ principali affetti, ed attioni cauati da descrittioni di Poeti, con le dimostrazioni de’ pittori. […] Circa il colore, hebbe il Rubens una stupenda libertà, egli studiò in Venetia, e mirò sempre à Tiziano, Paolo Veronese, e Tintoretto”.

Il trionfo di Enrico IV
Il trionfo di Enrico IV

Rubens nacque a Siegen, in Germania, il 28 giugno 1577. Il padre era un avvocato calvinista e, a causa delle persecuzioni spagnole contro i protestanti, fu costretto a trasferirsi a Colonia con tutta la famiglia. Nel 1589 si spostò ad Anversa e, dopo aver ricevuto un’ottima educazione umanistica, iniziò il suo apprendistato artistico presso Tobias Verhaecht.

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La sua vera e propria formazione avvenne però in Italia tra il 1600 e il 1608. Un primo soggiorno a Venezia lo pose in contatto con la pittura tonale di Tiziano, Tintoretto e Veronese. In seguito si trasferì a Mantova, a Genova e infine a Roma. Qui, oltre a conoscere la grande pittura rinascimentale, restò colpito dal classicismo dei Carracci e dal realismo di Caravaggio.

Il suo ritorno ad Anversa, nel 1609, fu causato dalla malattia della madre ma al tempo stesso sollecitato dagli arciduchi del Belgio, che contavano sulla sua pittura per trasmettere lo spirito nuovo del loro regno, impregnato di antica virtù, di rinnovata flessibilità, di passiva fortezza, ma anche di dinamismo, fiducia ed eroismo.

In Fiandra, Rubens sviluppò uno stile del tutto personale, ma improntato alle esperienze artistiche maturate in Italia. La sua pittura si caratterizzò per la minuta analisi dei particolari, tipica della tradizione fiamminga, e per un uso del colore e del disegno di impronta rinascimentale. Nella sua celebre casa-bottega, lavorò alacremente, aiutandosi con una folta schiera di aiutanti e di allievi per fare fronte alle numerose commissioni che gli giungevano da ogni parte d’Europa.

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L'arrivo della regina a Marsiglia, il 3 novembre 1600
L’arrivo della regina a Marsiglia, il 3 novembre 1600

Tra le commissioni più importanti si annoverano le ventuno tele ispirate alla vita di Maria de’ Medici, moglie del re di Francia Enrico IV. La serie era destinata al Palais du Luxemburg di Parigi e narrava la vita della regina proiettandola in una sfera allegorico- mitologica. Le monumentali composizioni si caratterizzano per una ricca e vivace gamma coloristica e per i movimentati giochi di luce. Il pittore sperimentò originali soluzioni iconografiche, come l’idea di presentare la regina a cavallo, secondo un’impostazione solenne e ufficiale che fa riferimento alla statuaria equestre romana e che, fino a quel momento, non era mai stata adottata nella raffigurazione di un personaggio femminile.

I quattro continenti
I quattro continenti

La ricchissima produzione rubensiana si caratterizza per il ricorso frequente a temi cari alla mitologia. Nella tela raffigurante I quattro continenti, vediamo figure maschili, personificazioni dei fiumi, che si accompagnano ad altrettante figure femminili: ecco dunque l’Europa che abbraccia il Danubio, l’Africa con il Nilo, l’Asia che si appoggia al Gange e, infine, la più giovane America con il Rio delle Amazzoni. I personaggi sono rappresentati con una straordinaria resa plastica dei corpi e si agitano con eroica grandezza in uno scenario straordinariamente movimentato.

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Rubens si dimostra una vera e propria forza della natura, capace di conferire alle proprie tele un moto perenne e convulso.

“Il mio talento – scrive l’artista – è così fatto che nessuna opera, per quanto vasta possa essere per la quantità e la varietà delle cose da rappresentare, ha ancora superato il mio coraggio”. Nell’orgogliosa consapevolezza della proprie capacità, riconosciamo la grandiosità di uno spirito che può trovare un degno paragone solo nel sommo Michelangelo.

 

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