Picasso precubista: il Periodo Rosa

di Laura Corchia

Dal 1905 alla fine del 1906, Picasso schiarì la sua tavolozza e diede avvio al Periodo Rosa, caratterizzato da colori come il rosso, il rosa, l’ocra gialla e il beige. Le gradazioni, più calde rispetto a quelle utilizzate nel Periodo Blu, furono utili a descrivere un mondo più sereno e idillico. I suoi quadri si popolarono di agili acrobati, corpulenti clown e di fragili ballerine.

A quell’epoca, Picasso viveva stabilmente a Parigi e frequentava un locale che accettava anche i dipinti come forma di pagamento, “Le lapin rouge”. Tra le mura di quel chiassoso locale, egli aveva modo di osservare la condizione umana e di trasporla poi nelle sue opere.

Famiglia di acrobati con scimmia, 1905, tecniche miste su cartoncino
Famiglia di acrobati con scimmia, 1905, tecniche miste su cartoncino


Il circo e i suoi personaggi fu per l’artista un’occasione per dimostrare la sua grande conoscenza dell’arte antica e la perfetta padronanza del disegno. Nel Periodo Rosa giace un rinnovato interesse per lo spazio ed il volume, ma nel quale la malinconia, per quanto temperata, è sempre presente. Quasi tutti i quadri rappresentano le persone del circo dietro le quinte, ma mai sul palco per far comprendere a tutti quanto sia difficile praticare quello stile di vita che è in netta contrapposizione con lo scopo del loro mestiere: far ridere. Non si è trattato però di una “folgorazione tematica”, tanto è vero che alcuni soggetti appaiono già nel 1901 ed altri verranno ripresi e reinterpretati più avanti, piuttosto ha rappresentato il tempo in cui è nata in lui la necessità di mostrare un nuovo “vitalismo” che nello spostamento tematico facesse da contrappunto ai poveri e diseredati, rappresentati nel periodo precedente.

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Famiglia di giocolieri, 1905, tecniche miste su cartoncino

Non che il circo abbia nelle sue rappresentazioni una patente di nobiltà, anzi, i suoi arlecchini-saltimbanchi-acrobati sono pur sempre degli emarginati rappresentati fuori dal loro contesto naturale. Essi provano gli equilibri e le acrobazie d’abitudine su sfere o cavalli, ma all’aperto, in un paesaggio che rappresenta forse la periferia, luogo anche questo marginale per personaggi che vivono ai margini della società.

 

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