‘Les Amoreux’ di Raymond Peynet: un soffio di poesia in una cupa realtà

di Laura Corchia

“Io so che la vita reale è triste, ma di sognare abbiamo sempre bisogno. La poesia non è guerra, morte, malattia, essa vive tra i fiori, gli uccelli, la natura. Altri hanno scelto di darsi alla politica, io ho scelto di disegnare l’amore, la gentilezza, la tenerezza.”

“Les Amoureux” sono nati durante la guerra, a Valence, e sono diventati subito il simbolo della festa di San Valentino.

“Sono nati nel 1942 ma in realtà hanno sempre vent’anni. È stato un caso. Durante la guerra mi trovavo alla stazione di Valence e là, in attesa della coincidenza, andai a fare due passi finché arrivai in un giardino, al cui centro vidi un “kiosque à musique”. Fu qui che mi venne l’ispirazione per un disegno. Rappresentai un gruppo di suonatori che al termine d’una esecuzione andavano via con gli strumenti nelle custodie, e uno solo continuava imperterrito a suonare il violino, dicendo al penultimo, già dietro agli altri: potete andare tranquilli, finisco da solo. Titolo del mio disegno: Sinfonia incompiuta. Spedii il disegno a Ric e Rac, un giornale per gli inglesi che si stampava a Parigi, ma l’impaginatore traendo lo spunto da una sola ragazza che ascoltava la musica, mise un altro titolo, Les amoureux de Peynet, e mi dissero che bisognava continuare: ecco come nacquero il poeta e la fidanzata. Giunti in Italia Cesare Perfetto li chiamò Valentino e Valentina”.

pey 2

Nacquero quindi in anni duri e desolati. La guerra pareva non finire mai, la gente non sorrideva più, perché non sapeva più farlo, dovendo vivere sempre con la paura del domani. Soltanto i fidanzatini erano pieni di candore e di speranza. Un soffio di poesia in una cupa realtà. Finita la guerra, continuarono a portare il loro messaggio per le strade del mondo, sempre tenendosi per mano. Eterni sognatori con i piedi che sfioravano appena la terra e la testa tra le nuvole. Ma anche eterni fidanzati, perché non c’era bisogno che si sposassero.

Leggi anche  Epicuro e la sua meravigliosa "Lettera sulla felicità"

Peynet era nato a Parigi, da una famiglia di commercianti. Gloriosa e piena di successi la sua carriera. Da ragazzo Raymond entra alla Accademia delle Arti applicate, optando per la grafica pubblicitaria e firmando campagne per profumi, cioccolatini, grandi magazzini alimenti e vestiti. In contemporanea collabora con un giornale inglese (The Boulvaldiere). Poi il lavoro alle edizioni Tolmer, la carriera come disegnatore satirico, quella di illustratore di libri, l’impegno teatrale e le scene disegnate per le compagnie più prestigiose e importanti.

n727886322_2677514_2069336

Il successo arriva con i celeberrimi ‘fidanzatini’, colti dall’artista francese in scene trasognate, dove gli alberi si animano, timidi putti alati suonano violini, uccelli inguettanti volano insieme a cuoricini sullo sfondo del cielo, i fiori sbocciano anche in mezzo alla neve. Una immagine concepita durante la guerra, che è subito dopo diventata quasi il simbolo della festa di San Valentino.

Il mondo di Peynet era lieve, delicato, carico di suggestioni liriche e permeato di atmosfere quasi fiabesche, sempre intensamente poetiche.

Leggi anche  François Boucher: l'impenitente licenzioso

RIPRODUZIONE RISERVATA