Marina Cvetaeva: “Alla povera mia fragilità”. Con una fotografia di Vivian Maier

Foto di Vivian Maier
Foto di Vivian Maier

Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.

So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.

Marina Cvetaeva, Scusate l’Amore. Poesie 1915-1925, Passigli 2013.

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