Arnold Böcklin, “L’isola dei morti”: un affascinante mistero

di Laura Corchia

“Un’immagine onirica: essa deve produrre un tale silenzio che il bussare alla porta dovrebbe fare paura”.

(Arnold Böcklin)

Tetra e affascinante, L’Isola dei morti  dipinta in cinque versioni dal pittore simbolista Arnold Böcklin, è entrata a far parte dell’immaginario collettivo, al punto che pittori, registi, musicisti e scrittori si sono ispirati ad essa per le loro opere.

Personaggi come Freud, Dalì e D’annunzio non hanno saputo resistere al suo fascino e persino Hitler ne è rimasto completamente stregato.

PWI83823 The Isle of the Dead, 1880 (oil on canvas) by Bocklin, Arnold (1827-1901); 111x155 cm; Kunstmuseum, Basel, Switzerland; (add.info.: painted at the request of a young widow who wanted 'an image to dream by'; initially entitled 'A Tranquil Place';); Peter Willi; Swiss,  out of copyright
Prima versione


Puro concentrato simbolico, tutte le versioni del dipinto – eseguite tra il 1880 ed il 1886 – raffigurano un’isola dominata da alte rocce che si riflette in uno specchio d’acqua fermo, immobile, scuro. Un personaggio vestito di bianco si sta avvicinando a bordo di una piccola barca a remi sulla quale si può scorgere una bara ornata da festoni. Il fitto bosco di cipressi, raffigurato al centro dell’isola, rievoca un cimitero e la sua fitta ombra accoglie quelle che sembrano essere delle lastre sepolcrali.

Leggi anche  "Il vero amore non lascia tracce": poesia di Leonard Coehen

Desolazione e mistero sono le sensazioni immediate che il dipinto trasmette all’osservatore. Il silenzio sospeso sembra raccontarci l’immobilità della morte, quando tutto diventa buio e tenebre.

Seconda versione
Seconda versione

L’artista non diede mai una spiegazione sul significato del dipinto e a lungo la critica lo ha interpretato come un’immagine tratta dalla mitologia greca. Vista sotto questa chiave di lettura, la figura raffigurata potrebbe essere Caronte e lo specchio d’acqua sarebbe da identificarsi con il fiume Stige o il fiume Acheronte.

Come modello per il paesaggio, Böcklin potrebbe essersi ispirato al Cimitero degli Inglesi a Firenze, situato vicino al suo studio. L’isola ricorda anche Pontikonissi, vicino Corfù. Altri invece la identificano con Capri o con il castello aragonese di Ischia. Le recenti ricerche ravvisano una forte somiglianza con l’Isola di San Giorgio in Montenegro.

Terza versione
Terza versione

Le cinque versioni, molto simili l’una all’altra, si differenziano quasi esclusivamente per la resa atmosferica della luce. Le prime due sono quasi identiche, mentre le successive si caratterizzano per un progressivo schiarimento delle tinte, allo scopo di conferire all’intero paesaggio una sensazione di quiete e di tranquillità.

Leggi anche  "Volto di te": una romantica poesia di Mario Benedetti
Quarta versione
Quarta versione

La terza versione, dipinta nel 1883 e data alla signora Tina Schoen-Renz, fece letteralmente innamorare Adolf Hither, che l’acquistò e la tenne appesa nel suo studio fino all’aprile del 1945, quando un generale russo la staccò e la portò con sé a Mosca.

Inizialmente eseguita su richiesta della contessa Marie von Oriola, che desiderava avere una rappresentazione della vita dopo il fatidico trapasso, L’Isola dei morti  rappresenta l’idea che l’artista aveva dell’ al di là.

Ma dove vanno davvero i morti? Nessuno mai lo ha scoperto. Una cosa è certa: Böcklin, in questo dipinto, ha provato a  rispondere ad uno dei misteri più grandi ed oscuri e, probabilmente, ci piace sperare che un giorno ci ritroveremo tutti a vivere per l’eternità su questa silenziosa ed affascinante Isola sospesa sull’acqua.

Quinta versione
Quinta versione

RIPRODUZIONE RISERVATA