“Alba”: una poesia di Emilio Prados

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Quanto vicini! Dal tuo occhio al mio
non il canto di un’anima!
Annodati sopra il vento
come uccelli ad uno stesso
filo, sospesi ambedue
al cielo. Quanto vicini
i nostri profili in mezzo
al giorno! Che alti! Puri
volano, slegati,
liberi dal mondo i volti
persi nella luce – aperti
come fiori senza stelo -,
viventi, ma senza corpo
che li possa incatenare
alla terra, là nel fondo!
Uniti, in mezzo alle nubi
ora volano alti, quieti
fermi al modo delle stelle
dell’alba, ma più sereni
che stelle, come due piume,
simili a pesci del vento
fermati sopra di esso
con il filo del silenzio
che li mantiene sospesi
entro gli occhi, sopra il sonno.

Emilio Prados

da “Memoria dell’oblio”, Einaudi, Torino, 1966

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