I Nazareni nel Casino Massimo Lancellotti al Laterano

A cura di L’Asino d’Oro Associazione Culturale

La città di Roma, in ogni epoca, ha saputo accogliere i più grandi artisti di tutti i tempi e spesso ha anche “scovato” qualche pittore particolarmente estroso e fuori dal comune. In questo senso, una delle opere più originali e forse meglio riuscite, è il ciclo di affreschi realizzati nel Casino Massimo Lancellotti al Laterano dal gruppo dei pittori detti Nazareni.

La residenza fu costruita all’inizio del 1500 da Vincenzo Giustiniani su progetto di Carlo Lambardi come un piccolo ma elegante Casino di due piani con loggia aperta su un vasto giardino. In seguito, venne ulteriormente impreziosito per volere di Andrea Giustiniani con l’inserimento, sulle quattro facciate, di lastre, bassorilievi e sarcofagi di epoca romana, seguendo quella che era la moda dell’epoca. Nel 1800 il Casino divenne proprietà della famiglia Massimo e fu Carlo Massimo ad incaricare i Nazareni della realizzazione del ciclo di affreschi presenti nelle tre sale al piano terreno.

Originari del nord Europa, questi pittori – i cui esponenti principali furono Johann Friedrich Overbach, Philipp Veit e Joseph von Führich – fondarono a Vienna nel 1809 la Lukasbund (Lega di San Luca) ispirandosi alle antiche confraternite. Cattolici di nascita o convertiti al cattolicesimo, il gruppo di artisti proponeva di rinnovare l’arte su basi religiose, prendendo a modello i grandi artisti del passato – Giotto, Raffaello e Michelangelo – ribellandosi al classicismo accademico e alle idee patriottiche che si stavano via via diffondendo in tutta Europa. La denominazione del gruppo come Nazareni si riferiva – forse anche con un po’ di ironia – alla loro pettinatura: i loro capelli erano infatti appositamente tenuti lunghi, come quelli di Gesù di Nazareth!

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Stanza di Dante

Ciò che i Nazareni realizzarono nel Casino è un vero e proprio capolavoro. E’ infatti possibile “leggere” per immagini l’intero racconto dei tre più importanti testi della letteratura italiana: la Divina Commedia di Dante, l’Orlando Furioso di Ariosto e la Gerusalemme Liberata di Tasso. Colori vibranti e vivaci, pennellate pastose, figure rappresentate con grandi richiami e citazioni alle somme opere degli artisti del passato: Raffaello negli appartamenti di Giulio II e ancora Michelangelo nella Cappella Sistina.

La Stanza di Dante stupisce per la veridicità con cui i Nazareni rappresentarono l’Inferno, in cui si riconoscono tra gli altri, Dante e Virgilio, ma anche alcuni dei dannati più celebri, come il Conte Ugolino mentre morde l’arcivescovo Ruggieri.

Nella Stanza di Ariosto, si presentano tutti i cavalieri e i paladini cristiani in lotta contro i musulmani e particolarmente suggestiva risulta essere la parete in cui Orlando osserva la tanto amata Angelica scambiarsi tenere effusioni con Medoro: il dolore sarà atroce e provocherà la celebre cieca ira che lo porterà a perdere completamente il senno.

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stanza Orlando Furioso

Nella Stanza di Tasso, protagoniste degli affreschi sono le celebri coppie di innamorati e la storia più avvincente, seppur dal tragico epilogo, è certamente quella di Tancredi e Clorinda. I due giovani si amano molto, ma essendo nemici, finiranno per scontrarsi in battaglia e Clorinda verrà trafitta a morte dallo stesso Tancredi.

stanza Gerusalemme liberata

Queste stanze incantarono per la loro bellezza fin da subito ma furono testimoni anche di un pezzo cupo della storia italiana. Negli anni di occupazione tedesca, furono proprio queste tre sale ad essere utilizzate dagli ufficiali e dai sottufficiali delle SS naziste come mensa: il Casino infatti erano molto vicino alla sede del comando di polizia di via Tasso, divenuto proprio in quegli anni una delle carceri più temute e severe della città. Dopo gli espropri e con l’inizio di una nuova epoca, nel 1948 il Casino venne acquistato dai padri della Delegazione di Terrasanta i quali aggiunsero intorno all’antico edificio un nuovo fabbricato disposto su tre ali, per poter così offrire ospitalità ai frati che giungevano a Roma per studiare nella vicina Basilica di San Giovanni in Laterano.

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Bibliografia consulatata per la redazione di questo articolo:

  • Minati M., Il Casino Giustiniani Massimo al Laterano, Edizioni Terra Santa 2014
  • Susinno S. – Piantoni G. (a cura di ), I Nazareni a Roma, catalogo della mostra, Roma 1981