Ucciso da quel bianco che tanto amava: la triste fine di Tranquillo Cremona

Di Laura Corchia

«Studiano gli scienziati il modo d’immagazzinare il sole. Io dico loro: guardate i quadri di Tranquillo Cremona.»

 (Carlo Dossi)

É la mattina del 10 giugno 1878. Tranquillo Cremona, giovane pittore di soli 41 anni, sta ultimando il suo dipinto dal titolo “Edera“. Di fronte al suo cavalletto, indugia sugli ultimi ritocchi. Due figure, vinte da una passione incontenibile, si abbandonano all’istinto dell’amore mentre, tutt’attorno, l’edera si avviluppa sui muri. Ma, a ben vedere, si tratta di due donne. Una, quella in abiti scuri, attira a sé l’altra, vinta da un amore che non riesce più a nascondere.

Tranquillo Cremona, Edera (part.), 1878, olio su tela, Torino
Tranquillo Cremona, Edera (part.), 1878, olio su tela, Torino


Tranquillo le osserva e riflette, poi riprende il suo lavoro, fatto di pennellate veloci e di impasti di colore che rendono l’immagine onirica. Da qualche giorno avverte delle fitte al ventre. Dapprima sono sopportabili ma, con il passare delle ore, si intensificano. Il giovane è però risoluto a terminare il quadro e allora, lasciati da parte i pennelli, sfuma con le dita il tanto amato colore bianco. É una tecnica che adopera spesso, a dire il vero. Gli consente di ottenere quegli effetti luminosi, quelle sognanti atmosfere fatte di forme indefinite, come avvolte da un vapore. Inconsapevolmente, tra un ritocco e l’altro, porta il dito alla bocca. Forse gli serve per concentrarsi, forse lo aiuta a disperdere i pensieri. I dolori all’intestino intanto incalzano finché un ultimo terribile spasmo gli toglie per sempre la possibilità di vedere la sua opera ultimata.

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Morto. Avvelenato. Colpa della biacca, quel bianco che tanto amava apporre nei suoi quadri e che gli aveva provocato un blocco dell’intestino. La biacca era un pigmento altamente tossico, ottenuto dal carbonato basico di piombo.

Finisce così la vita di Tranquillo Cremona, pittore appartenente alla Scapigliatura lombarda e punto di riferimento di artisti come Medardo Rosso e Umberto Boccioni.

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