Il diario di Frida Kahlo: viaggio nell’animo della grande artista messicana

Di Laura Corchia

I suoi pensieri sono tutti condensati in quelle pagine colorate e ricche si sentimento. I suoi ultimi dieci anni di vita raccontati con semplicità ed intimità, quasi sussurrati.

Le pagine coinvolgono il lettore, assorbendolo fra i pensieri e i sogni dell’artista che, dal 1944 al 1954, comincia a trascrivere le proprie riflessioni, legate soprattutto alla relazione, passionale ma complicata, con il marito e collega Diego Rivera. Non solo amori travagliati: il testo svela la parte più segreta di Frida Kahlo, dal dolore fisico, causato da un incidente del 1927, all’impegno politico, fino ai miti della tradizione popolare del suo paese. La scrittura è intervallata da acquerelli, piccoli schizzi nei quali trasmette l’immediatezza delle sensazioni e dell’idea creativa. Ciò che più colpisce è la forza di una donna che, negli anni, ha sopportato numerose prove e sofferenze, sia fisiche sia affettive. Il diario è un racconto autobiografico, un prezioso strumento per conoscere una delle artiste più significative e rivoluzionarie del XX secolo.

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Frida nacque nel 1907 a Cayoacàn ma le piaceva dire di essere nata nel 1910, poiché si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana. Affetta da spina bidifa, fin dal piccola dimostrò un carattere molto forte, indipendente, riluttante verso ogni convenzione sociale. Aveva uno spirito libero e passionale, unito ad un singolare talento artistico. All’età di 18 anni fu vittima di un incidente in autobus e, da allora, ebbe inizio un percorso fatto di dolore, di solitudine, ma improntato ad un’enorme forza interiore. Frida riportò la frattura della colonna vertebrale e dell’osso pelvico. Inoltre, un corrimano dell’autobus le penetrò il fianco. Dimessa dall’ospedale, fu costretta a lunghissimi periodi di riposo nel letto di casa. Fu questo il suo studio, il suo atelier, il suo mondo. I genitori le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo da riuscire a ritrarre la sua figura riflessa. Così giustificò la serie degli autoritratti: “Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio”. L’incontro con il pittore Diego Rivera fu una folgorazione. Ne nacque un amore appassionato e carico di sofferenza. I due si unirono in matrimonio nel 1929 ma vissero in due case separate, unite da un ponte. Frida ebbe numerosi amanti, di ambo i sessi, tra cui il poeta André Breton. Pochi anni prima della sua morte le venne amputata la gamba destra. Morì nel 1954. Le sue ultime parole scritte sul diario sono: “Spero che l’uscita sia gioiosa e di non tornare mai più”. 

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