Le Très Riches Heures du Duc de Berry: il calendario più bello di tutta la storia

di Laura Corchia

Le Très Riches Heures du Duc de Berry rappresenta, senza alcun dubbio, uno dei più noti e più ricchi manoscritti miniati del XV secolo giunti fino a noi.

Il codice fu eseguito tra il 1412 e il 1416 dai fratelli Limbourg, tre miniatori olandesi che lavorarono per Jean de Berry, principe capetingio e grande mecenate. Le raffinatissime pagine di questo manoscritto contengono le Ore, ossia la serie delle preghiere quotidiane della Chiesa per i tempi dell’anno e per le festività.

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Tutti i Libri d’Ore si aprivano con un calendario che illustrava i lavori agricoli corrispondenti. Qui ogni foglio ospita una miniatura a piena pagina che raffigura gli svaghi nobiliari e i lavori contadini. Ogni immagine si caratterizza per il luminosissimo paesaggio e per la lunetta sovrastante che ospita i segni zodiacali delicatamente lumeggiati con l’oro.

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Le immagini colpiscono per la freschezza narrativa, per l’acuto senso di osservazione e per la cura estrema nella rappresentazione di ogni particolare: i fili d’erba, le eleganti vesti, lo sfumare del cielo, il vello degli animali, il dettaglio nella resa dei castelli, degli attrezzi agricoli e della bardatura dei cavalli.

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©Photo. R.M.N. / R.-G. Ojéda

I castelli rappresentati, in particolare, sono tutti identificabili con edifici realmente esistiti. Tra di essi spicca il castello di Saumur, le cui torri merlate si ergono nella pagina dedicata a settembre, e il Louvre del mese di ottobre.

Gli animali popolano quasi tutte le pagine del manoscritto. Si possono distinguere teneri animali domestici, come il levriero, gli innumerevoli cavalli delle scene dedicate alla caccia, le umili bestie al servizio dell’uomo (maiali, pecore, buoi), e, cosa ancor più straordinaria, bestie fantastiche, come il drago che solca i cieli nella miniatura in cui è raffigurata la Festa dell’Arcangelo.

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I costumi indossati dalle figure rappresentano gli elementi di maggiore fascino, vere e proprie testimonianze della storia della moda e del costume dell’epoca. Mentre i nobili sfoggiano ricchi abiti impreziositi con ricami d’oro, gli umili lavoratori indossano indumenti resi con notevole realismo.

I magnifici paesaggi presentano una inedita dilatazione spaziale dovuta all’uso di diagonali. Straordinaria è la resa atmosferica, lo sfumare del cielo dal celeste chiaro al blu intenso. Per le figure gli artefici adottarono un doppio registro stilistico: esili ed elegantemente allungate quelle degli aristocratici, vivaci, libere e variamente disposte quelle dei contadini. Se le atmosfere rievocano un mondo fiabesco ed incantato, la resa dei dettagli riporta tutto in una dimensione reale.

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Bellissima è poi la raffigurazione dell’Uomo anatomico, presente nel folio 14 a completamento del calendarioQuesta eccezionale pittura mostra l’influenza degli astri sull’uomo. Il corpo, elegante nel suo sdoppiamento, è inserito in una losanga ovale attorno alla quale sono riprodotti i segni dello zodiaco. Agli angoli, alcune annotazioni collegano questi segni alla costituzione calda o fredda, asciutta o umida, maschile o femminile, secondo le concezioni mediche del tempo.

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Sebbene questo codice sia già stato attentamente studiato, molti sono i misteri che ancora non sono stati risolti, a partire dall’effettiva ripartizione delle miniature fra Herman, Paul e Jean de Limbourg e quindi dall’identificazione delle tre mani che vi attesero. Restano ancora da identificare alcuni spunti iconografici che si presentano attualmente indecifrabili, come gli svariati motivi araldici e zoomorfi disseminati nelle pagine.

Scrive Umberto Eco: “Le Très riches Heures sono un documento cinematografico, una macchina visiva che ci racconta la vita di un’epoca. Nessun film potrà mai eguagliare la fedeltà, il fulgore, la toccante bellezza di questa ricostruzione”. 

 

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