Edmund Dulac: l’illustratore delle fiabe

di Selenia De Michele

Edmund Dulac nacque in Francia nel 1882 e qui, in gioventù, studiò legge prima di volgersi alla sua autentica vocazione. Infatti fin dalla prima età aveva mostrato un forte talento artistico tanto che vi sono discegni ed acquerelli che risalgono alla sua adolescenza. Decise allora di seguire la sua vera passione e si iscrisse dunque alla scuola d’arte di Tolosa; da qui proseguì la sua istruzione all’”Academie Julienne” di Parigi dove rimase per circa tre settimane. Nello stesso anno (1904) partì per Londra dove erano numerose le case editrici ed iniziò la sua sfolgorante carriera. E’ nel periodo tra il 1905 e il 1918 che si impone come disegnatore ed illustratore di successo. In questi anni presenta regolarmente a Londra i suoi lavori che comprendono i disegni per “Le mille e una notte”. A trent’anni si stabilisce definitivamente a Londra divenendo a tutti gli effetti un cittadino britannico.

La principessa sul pisello

 

Le opere di Dulac colpiscono l’osservatore a prescindere dall’età: osservandole da bambini l’immagine stimola la fantasia; osservandole da adulti non si può non notare l’eccellente qualità del disegno e l’eleganza compositiva che caratterizza tutta la sua produzione. Lo straordinario talento di Dulac risultò evidente anche ai suoi contemporanei, personalità del calibro di Arthur Rackman (l’illustratore di “Peter Pan nei giardini di Kensington”), Howard Pyle e W. Heath Robinson. Nei suoi lavori si ritrovano influenze che vanno dai dipinti orientali, alle stampe giapponesi, alle opere dei Preraffaeliti al suo contemporaneo Gustav Klimt.

Le illustrazioni di Dulac vivono in un impossibile mondo di splendore dove i soggetti non sono mai ripugnanti; perfino mostri e giganti sono gioielli elegantemente decorati. La sensualità presente in tante sue opere va al di là di falsi pudori che potrebbero farlo apparire inopportuno in libri per bambini. In moltissimi casi Dulac non rispecchia alla lettera il passo illustrato per trarne il senso che meglio si presta per una più efficace impostazione grafica della pagina. Emblematico è il caso di una tavola per le “Mille e una notte”. Il passo in oggetto descrive due guardiani sdraiati dinanzi all’ingresso mentre impugnano le scimitarre, e, nella storia, il principe è costretto a scavalcarli, scostare le tende di seta, prima di scoprire cosa si cela dietro la porta. Dulac interpreta così: sposta i guardiani a sinistra dell’immagine, una sola scimitarra è raffigurata abbandonata a terra. La tenda non è chiusa ma aperta in modo da rivelare cosa nasconde: una delle fanciulle all’interno della stanza. Questa impostazione permette di fissare un’importante punto focale per il disegno. L’eroe protagonista della storia è stato totalmente escluso. Ne risulta una composizione che bilancia con accuratezza testo scritto ed immagine.

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Spesso l’episodio illustrato viene subordinato sullo sfondo in modo da valorizzare l’immagine con minuti personaggi immersi in gustosi tratti d’acquarello. Ed è proprio la maniera con la quale viene trattato l’acquarello che permette di riconoscere a prima vista un Dulac. Egli fu anche innovatore a livello tecnico infatti fino al 1890 non esisteva alcun metodo economico per riprodurre in serie le tavole a colori che accompagnavano i libri. L’invenzione del processo di stampa a colori permise di produrre in serie le immagini fino a migliorare notevolmente nel 1905 quando le immagini a colori divennero sempre più fedeli alle originali. L’unico inconveniente era dato dal fatto che queste dovevano essere stampate su carta patinata e non potevano essere unite all’impaginazione del libro, presentandosi come un trafiletto separato che veniva allegato al libro che illustrava.

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Le prime illustrazioni di Dulac furono per l’editore JM Dent che gli chiese di illustrare con 60 tavole i libri delle sorelle Bronte. Un incarico prestigioso per un pittore alla sua prima esperienza. Dulac, anche se in grado di lavorare a penna ed inchiostro, è soprattutto un pittore e proprio questa sua caratteristica lo distingue dall’opera dei colleghi. Egli fu esperto nell’uso della nuova tecnica che riproduceva i toni esatti del colore al fine di renderne più precisa la forma e definire meglio l’oggetto. Dulac non ha mai usato il vecchio metodo che prevedeva la linea di delimitazione del colore con l’inchiostro per nascondere gli errori e questa sua maestria tecnica lo porterà ad essere uno degli illustratori più richiesti dagli editori sempre in cerca di artisti in grado di utilizzare i nuovi processi tecnici. Nel 1907 viene incaricato di illustrare “Le Mille e una notte”.

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Dulac tuttavia non si riduce alla sola tecnica: egli è un maestro di composizione, disegno e sintesi, qualità che si ritrovano costanti anche nei suoi disegni più stilizzati. Che il suo soggetto sia un fiore, un oggetto, un paesaggio o una persona, il tema viene sempre accuratamente studiato. Basti pensare ai materassi nell’illustrazione per la “Principessa sul pisello” per notare come la varietà di linee e colori riesca a farli apparire reali. I drappeggi possono quasi essere toccati, il legno è ruvido e il candelabro viene trattato con non minore delicatezza della Principessa la cui figura occupa solo una piccola parte della composizione.

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Anche le caricature e le fantasticherie affondano saldamente le radici nel mondo reale dal quale Dulac trae spunto. Il Genio delle “Mille e una notte” è senz’altro deforme ma il disegno della sua anatomia è estremamente felice come pure le piume e la struttura delle sue ali. D’altraparte Dulac non ha mai permesso al realismo di prendere il sopravvento sul suo intuito grafico. Non ha mai inondato di luce i suoi soggetti, preferendo una resa piatta, in stile giapponese, alla drammatizzazione del modellato tramite potenti fonti di luci. Orizzonti e primi piani  sono posti su una medesima superficie per produrre un effetto decorativo e fantastico.

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Di tono diverso e di livello più alto, dalle forti influenze Preraffaelite, sono le illustrazioni per “La tempesta” di Shakespeare, forse perché in questo caso disegna per un pubblico adulto dove può esprimersi senza le limitazioni imposte dal libro per l’infanzia.

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Dopo la prima guerra mondiale la domanda di libri illustrati inizia a diminuire e Dulac rivolgerà la sua attenzione in altri ambiti dell’arte occupandosi di ritrattistica, caricatura, disegni per scene e costumi teatrali, francobolli (in particolare quelli che hanno segnato l’inizio del regno di Elisabetta II), monete, medaglie, manifesti e carte da gioco.

 

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