Andrea Mantegna: il “volto” delle nuvole

di Laura Corchia

Leggere, vaporose, evanescenti, le nuvole si compongono e si scompongono nell’azzurro del cielo assumendo le forme più disparate. Moltissimi artisti si sono cimentati nella raffigurazione delle nuvole, primo fra tutti Andrea Mantegna, la cui mente brillante e ingegnosa ci è nota dalle parole di Ulisse Aleotti: “La mano industriosa et l’alto ingegno / l’imagine, raccolta nel concepto / scolpì in pictura propria viva et vera”. 

Le nuvole che Mantegna dipinse assumono spesso forme insolite: vaporosi cavalieri, volti paffuti, autoritratti. Le sue nuvole appaiono solide, plasmate e artificiali, in linea con i precetti che Vasari attribuisce all’ingegnere fiorentino Cecca: “Le nuvole poi, che di varie sorti si facevano dalle Compagnie con diverse invenzioni, si facevano generalmente a questo modo: si faceva un telaio quadro di tavole, alto braccia due in circa, che in su le teste aveva quattro gagliardi piedi fatti a uso di trespoli da tavola et incatenati a guisa di travaglio; sopra questo telaio erano in croce due tavole larghe braccia uno, che in mezzo avevano una buca di mezzo braccio, nella quale era uno stile alto sopra cui si accomodava una mandorla, dentro la quale, che era tutta coperta di bambagia, di cherubini e di lumi et altri ornamenti, era in un ferro al traverso, posta a sedere o ritta, secondo che altri voleva, una persona che rappresentava quel Santo, il quale principalmente da quella compagnia, come proprio avvocato e protettore si onorava; o vero un Cristo, una Madonna, un S. Giovanni o altro; i panni della quale figura coprivano il ferro in modo che non si vedeva. E tutta questa machina e lo stile et i ferri che tallora faceva un giglio, tallora un albero e spesso una nuvola o altra cosa simile, si copriva di bambagia e, come si è detto, di cherubini, serafini, stelle d’oro et altri cotali ornamenti”.

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San Sebastiano

Vasari fa riferimento alle nuvole create per gli apparati scenici ed effimeri, destinati a sorprendere il pubblico durante le feste di piazza. Ma nelle nuvole dipinte da Mantegna si individuano caratteri del tutto simili, segno che anche i pittori seguivano gli stessi principi.

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Ma in quali opere di Mantegna possiamo scorgere nuvole animate? Il primo dipinto è San Sebastiano, realizzato tra il 1456 e il 1457. Aguzzando la vista è possibile scorgere in alto a sinistra un cavaliere che emerge dalla nuvola. Si tratta di un accenno a un cavaliere dell’Apocalisse, come simbolo della peste contro cui san Sebastiano veniva implorato.

Camera degli Sposi
Camera degli Sposi

Un altro volto si può scorgere nell’oculo del soffitto della Camera degli Sposi, situata nel palazzo ducale di Mantova. Qui pare che Mantegna abbia voluto addirittura dipingere il suo autoritratto, perché dal punto di vista fisiognomico questo volto presenta delle caratteristiche simili a un profilo dipinto anni prima dallo stesso artista nella Presentazione al Tempio.

 

Altri volti sono presenti nelle nuvole della tela III (i portatori di trofei militari e di bottino) dei Trionfi di Cesare (1485-1492) e della Minerva scaccia i Vizi dal Giardino delle Virtù (1502).

Minerva scaccia i Vizi dal giardino delle Virtù
Minerva scaccia i Vizi dal giardino delle Virtù

Che si possa trattare di una sorta di autobiografia per immagini che l’artista ha voluto inserire nei suoi dipinti? Quel che appare certo è che Mantegna si dimostra, ancora una volta, un grande inventore, un pittore capace di produrre effetti meravigliosi ed enigmatici, stranianti eppur così fantastici.

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