Odilon Redon: il linguaggio dell’anima

di Laura Corchia

Influenzato da Goya, Moreau e dalla poesia del Decadentismo, Odilon Redon fu uno dei grandi protagonisti del Simbolismo, corrente francese nata come reazione al Naturalismo e all’Impressionismo.

Nato a Bordeaux nel 1840, si trasferì a Parigi nel 1864 dove entrò in contatto con Gustave Moreau. In seguito a questo incontro, Redon arrivò alla conclusione che la vera dimensione dell’arte è il sogno. Nella sua produzione sono ravvisabili miti classici e orientali che si intrecciano a temi tipici del suo tempo. Le sue opere ambigue e bizzarre, create usando olii, pastelli e acquerelli, hanno l’obiettivo di far scaturire un forte senso di mistero.

Reflection - Odilon Redon
Reflection – Odilon Redon

La sperimentazione tecnica, in parte ispirata dal botanico Clavaud, lo portò ad indagare il fantastico mondo del visibile attraverso il microscopio.

Una delle sue opere più riuscite è il Cavaliere mistico, la cui iconografia ricalca quella dell’Annunciazione. Un angelo osserva con dolcezza la testa maschile mozzata presentata da una giovane donna. Le figure monocrome sono incorniciate da elementi architettonici anch’essi resi con un solo colore. Spicca l’azzurro del cielo, unica nota naturalistica all’interno di tutta la composizione.

Closed Eyes - Odilon Redon
Closed Eyes – Odilon Redon

Per comprendere meglio la sua poetica, fondamentali risultano le sue Confidenze di artista, scritte nel 1894:

Leggi anche  "Ritratto interiore": la meravigliosa e nostalgica poesia di Rainer Maria Rilke

“Ho creato un’arte a mia immagine. L’ ho fatto con gli occhi aperti sulle meraviglie del mondo visibile e, checché se ne dica, con la preoccupazione costante di obbedire alle leggi della natura e della vita. L’ho fatto con l’amore che nutro verso alcuni maestri che mi hanno indotto al culto della bellezza, L’arte è la Portata Suprema, sublime, proficua e sacra; essa fa progredire; nel dilettante produce soltanto un semplice e voluttuoso piacere, nell’artista, invece, con il tormento, produce nuovo grano per la nuova semente. Penso di essermi docilmente arreso alle segrete leggi che mi hanno condotto a lavorare alla meno peggio, come ho potuto e in conformità al mio sogno, a cose verso le quali mi sono completamente dedicato. Se quest’arte si è frapposta all’altrui arte (cosa che non credo), mi ha tuttavia procurato un pubblico che il tempo non ha scalfito, e perfino amicizie di qualità e piacevoli benefici che mi procurano vantaggi. […] Ma vi dico oggi in piena e consapevole maturità, e lo ribadisco, tutta la mia arte è limitata alle sole risorse del chiaroscuro e deve altresì molto agli effetti della linea astratta, questo agente di ispirazione profonda, che agisce direttamente sull’ intelletto. L’arte suggestiva non può fornire nulla senza rivolgersi unicamente ai giochi misteriosi delle ombre e del ritmo delle linee progettate mentalmente. Ah ! non raggiunsero mai un risultato così alto come nell’opera di Leonardo da Vinci ! […] Ed è anche attraverso la perfezione, l’eccellenza, la ragione, la sottomissione docile alle leggi della natura che questo genio supremo, degno di ammirazione, domina completamente l’arte delle forme ; egli la domina fino alla loro essenza ! [La natura] era per lui, come sicuramente per tutti i maestri, la necessità e l’assioma. Quale pittore sarebbe di diverso avviso?

Alone in the lamplight - Odilon Redon
Alone in the lamplight – Odilon Redon

[…] Non mi si può togliere il merito di dare illusione di vita alle mie creazioni più irreali. Tutta la mia originalità consiste dunque nel far vivere umanamente degli esseri inverosimili secondo la legge della verosimiglianza, mettendo, per quanto è possibile, la logica del visibile al servizio dell’invisibile” . […] D’altra parte, però, il mio metodo più proficuo, più essenziale alla mia crescita è stato, l’ho detto spesso, quello di copiare direttamente il reale riproducendo attentamente gli oggetti della natura esteriore in ciò che essa ha di più minuto, di più particolare e fortuito. Dopo uno sforzo compito per copiare minuziosamente un sasso, un filo d’erba, una mano, un profilo o qualsiasi altra cosa appartenente alla vita vivente o inorganica, avverto l’insorgere di un fermento mentale: sento allora la necessità di creare, di abbandonarmi alla rappresentazione dell’immaginazione.

Strange Flowers - Odilon Redon
Strange Flowers – Odilon Redon

La natura, così dosata e infusa, diventa la mia fonte, il mio lievito, il mio fermento. Da questa origine ritengo vere le mie invenzioni. Credo questo dei miei disegni; è probabile che, perfino con una grande dose di debolezza, di disuguaglianza e di imperfezione tipica in tutto quello che l’uomo riproduce, non si sopporterebbe un istante la vista (in quanto sono umanamente espressivi) se non fossero, come ho detto, formati, costituiti e congegnati secondo la legge di vita e di trasmissione morale indispensabile in tutto ciò che esiste”.

Redon cercò nei suoi quadri una sintesi tra visibile e invisibile, tra vita e sogno, sforzandosi di cogliere il lato irrazionale della natura. Toni chiari e iridescenti, sfumati, tesi a rappresentare quell’enorme mistero che è la vita.

Leggi anche  “Prometti a te stesso”: una poesia di Christian L. Larson

RIPRODUZIONE RISERVATA