Otto cose che forse non sai su Jean-Michel Basquiat

di Andrea Soccini

Durante i suoi 27 anni di vita, l’artista di Brooklyn Jean-Michel Basquiat ha riempito taccuini con frammenti di poesie e schizzi che avrebbero poi preso forma nei suoi leggendari dipinti neo-expressionisti. Dal suo esordio come poeta dei graffiti nel duo SAMO, direttamente fino alla sua collaborazione con Warhol, Basquiat ha portato quaderni pieni di disegni di corone e scheletri, oltre a osservazioni dallo humor nero riguardanti ragazzi, genere e stile di vita.

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Il Brooklyn Museum ha  ben pensato di mostrarle al pubblico con Basquiat: The Unknown Notebooks, la prima monografica con oltre 160 pagine private dell’artista. Siccome le trovo interessanti e curiose, ed allo stesso tempo per festeggiare l’annuncio di una sua mostra a Milano il prossimo autunno, ecco otto cose che forse non sapete del Radiant Child.

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  1. Il Brooklyn Museum era uno dei suoi posti preferiti. 
    Sin da piccolo, Basquiat cominciò a disegnare su fogli che suo padre ragioniere portava a casa dall’ufficio. Supportando l’innata inclinazione creativa del figlio, la madre di Basquiat, Matilde, lo avrebbe portato a visitare i musei di Manhattan e l’avrebbe iscritto come giovane membro al Brooklyn Museum. Diversi anni dopo, quandoInterviewgli chiese se fosse affezionato a qualche istituzione, Basquiat replicò, “Penso che il Brooklyn sia il mio preferito.”
  2. Un incidente quando era piccolo condizionò il suo lavoro.
    Quando aveva solo otto anni, a Basquiat fu asportata la milza dopo essere stato investito da una macchina mentre giocava per strada. Nel periodo di riabilitazione, per l’operazione e per una frattura alla mano, Matilde lo tenne occupato non con libri da colorare o raccontandogli storie, ma con il libro illustrato Anatomia del Gray. Gli schemi del volume ebbero un’enorme influenza sul suo futuro lavoro artistico, in particolare sulla serie dei The Dutch Settlers.2
  1. Era un ragazzo creativo che si ritirò da scuola.
    Grazie alle origini dei suoi genitori – suo padre era originario di Haiti e sua madre di Porto Rico – a casa di Basquiat si respirava un’aria multiculturale.  Dall’eta di undici anni riusciva a parlare, leggere e scrivere perfettamente inglese, spagnolo e francese. Ma la rottura della relazione tra i due e il ricovero della madre colpirono duramente il giovane artista. Nel 1975 si ritirò dalla Edward R. Murrow per passare alla City As School, una scuola alternativa per ragazzi dotati che tra i suoi alunni annovera nomi il Beastie Boy Ad-Rock, Mekhi Phifer, e Ryder Ripps.
  2. A tutti coloro che prendono la linea D, fate attenzione!
    Dopo che suo padre lo sbatté fuori di casa, Basquiat vendette felpe e cartoline con suoi disegni artistici sulla West Broadway. Ma il giovane artista cominciò la sua scalata al successo quando i suoi graffiti firmati come SAMO catturarono l’attenzione di tutti i creativi della città. Mentre la maggior parte dei poeti-che-scrivono-sui-muri erano riuniti intorno alla SoHo Gallery, Basquiat occasionalmente scriveva sui vagoni della metro D mentre si trovava sulla strada per Brooklyn. Non dovremmo assolutamente stupirci di sapere che la città conserva ancora treni che sono in circolazione dal ’78, quindi tenete gli occhi aperti durante il vostro prossimo viaggio per Prospect Park.
  3. I suoi capelli non sono sempre stati iconici.
    Prima dei riconoscibilissimi dread, Basquiat portò degli hair-look alquanto discutibili. In occasione della sua prima apparizione allo show ad accesso pubblicoTV Partydel 1979, incontrò Glenn O’Brien, l’allora sconosciuto diciottenne si presentò scolorito, quasi del tutto rasato con una strana striscia di capelli al centro della testa. Basquiat e O’Brien divennero presto amici, e l’artista fece apparizioni sempre più frequenti al TV Party.
  1. Dai mezzi pubblici a una delle mostre più famose della città.
    Mentre i primi lavori di Basquiat potrebbe essere ritenuti quelli sui vagoni dei treni, la sua prima (vera e propria) esposizione fu una delle più rivoluzionarie mostre della storia della città. Aperta nel giugno del 1980, la Times Square Showfu allestita tra la 41esima Strada e la Settima. Presentando lavori di artisti come Keith Haring, Jenny Holzer, Kenny Scharf, e Kiki Smith, i circa 15 pezzi di Basquiat furono un successo.
  2. Non vi avrebbe mai risposto al telefono.
    Anche se il telefono non era cosa nuova negli anni ’80, Basquiat non si è mai sentito a suo agio con questo modo di comunicare. Nell’83, l’artista parlò aInterview sui benefici di sostituire i telefoni coi telegrammi: “È divertente. Non sai mai come potrebbe andare. ‘Sei stato chiamato alle armi,’ ‘Ci sono duemila dollari per te.’ E visto che i telegrammi costano più delle telefonate, la gente arriverebbe subito al punto.” Ma c’era anche un lato negativo a tagliarsi fuori dalle comunicazioni, “Il mio telefono squilla a tutte le ore della notte. Faccio finta di non esserci…”
  1. Aveva il potenziale di diventare un musicista.
    L’eredità musicale di Basquiat non riguarda solo gli incontri con Madonna. Tornando al ’79, ha formato una rock band col nome di Grey insieme ai filmmaker Shannon Dawson e Michael Holman, e tra gli altri all’attore Vincent Gallo. Le performance dei Grey venivano fatte spesso nei posti più leggendari della città tra cui Max’s Kansas City, CBGB e il Mudd Club. Nell’83 ha anche prodotto un singolo rap, Beat Bop, con gli artisti Rammellzee e K-Rob. Oh, ha anche lavorato con David Bowie e partecipato al video di Rapture dei Blondie.
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