Impressionismo: i soggetti prediletti tra luce e colore

di Laura Corchia

Una mattina, siccome uno di noi era senza nero, si servì del blu: era nato l’impressionismo.
(Pierre Auguste Renoir)

La lezione del realismo trasmise agli impressionisti il gusto dell’ambientazione contemporanea e dell’osservazione diretta. Armati di tela, tavolozza, colori, pennelli e cavalletto, questi artisti abbandonarono gli studi e andarono a cercare i loro soggetti nella natura, nei caffè concerto, nei teatri, in riva alla Senna, alle corse dei cavalli, nei paesini della Francia.

Edouard Manet, Déjeuner sur l'herbe, 1863
Edouard Manet, Déjeuner sur l’herbe, 1863


Le nuove tendenze furono annunciate da due dipinti di Manet: Le Déjeuner sur l’herbe Olympia. Soprattutto il primo, ebbe l’effetto di un vero e proprio cataclisma all’interno della tradizione accademica presentata nei periodici Salons. A sconvolgere i presenti non fu tanto la novità della tecnica, quanto quello sconveniente nudo piazzato al centro della composizione. Nessuno era in grado di capire quel quadro e tutti lo additarono come pazzesco ed incredibilmente comico. Anche se Manet aveva accennato di volersi ispirare al Concerto campestre di Giorgione, quando pose mano all’opera dimenticò ogni modello e dipinse una donna senza ornamenti, più simile ad una prostituta che ad una divinità. Inoltre, gli uomini che l’accompagnano non sono degli eroi o degli dèi, ma persone reali di quell’epoca.

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Lo stesso vale per Olympia, definita dalla critica coeva come una “odalisca col ventre giallo”. In effetti, tutto pare rimandare ad una meretrice della Parigi dell’epoca: la serva negra, la posa, il nome stesso, tanto diffuso nei bordelli.

Al nudo si dedicarono anche Degas e Renoir. Quest’ultimo sosteneva di dipingere le donne “come se fossero carote” ed era solito ripetere “è col mio pennello che faccio l’amore”.

Oltre al nudo, gli impressionisti si dedicarono ampiamente al ritratto. Che si tratti di una nobile famiglia napoletana o di due emarginati persi negli effetti dell’assenzio, gli impressionisti sono in grado di fissare sulla tela lo stato d’animo dei protagonisti e di trascinare l’osservatore in un vortice di emozioni.

Edgar Degas, Ritratto di Diego Martelli, 1878-79
Edgar Degas, Ritratto di Diego Martelli, 1878-79

Nuovo e onnipresente soggetto della pittura impressionista è la realtà contemporanea: Parigi con i suoi boulevard, i suoi caffè, i suoi ristoranti, i suoi teatri e la sua gente; lo splendore della campagna, lo sbuffare dei treni in stazione, il placido scorrere dei corsi d’acqua. Il teatro fu particolarmente caro a Degas, che amava ritrarre le ballerine in movimento o a riposo.

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Lo sviluppo della rete ferroviaria permise agli impressionisti di visitare i luoghi nei dintorni di Parigi: Bougival, Chatou, Asnière, Argenteuil, Le Havre e Sainte-Adresse. A partire dal 1883, Monet visse stabilmente a Giverny. La sua casa e i magnifici giardini che curava personalmente furono al centro delle sue realizzazioni. Celebre è la serie delle Ninfee, soggetto ripreso ed elaborato fino alla sua morte, nel 1926.

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