Guarino Guarini: il Barocco quasi Gotico

di Laura Corchia

Sacerdote, architetto, trattatista, matematico e filosofo, Guarino Guarini svolse la sua attività prevalentemente a Torino, ma progettò edifici anche a Messina, Parigi e Lisbona.

Nato a Modena il 17 gennaio 1624, Guarini entrò nell’ordine dei Teatini nel 1639 e lo stesso anno si trasferì a Roma per compiere il noviziato. Durante il suo soggiorno, ebbe modo di conoscere le architetture di Francesco Borromini, che influenzarono profondamente i suoi progetti.

Rientrato a Modena, venne ordinato sacerdote e avviò la sua carriera di architetto.

Tra il 1655 e il 1666 viaggiò molto, spostandosi in Italia e all’estero. In Francia, in particolare, si interessò all’architettura gotica, all’opera di Mansart e alle ricerche sulla geometria proiettiva di Girard Desargues.

Cappella della Santa Sindone
Cappella della Santa Sindone


Nel 1666 si trasferì a Torino, città che conserva le sue opere maggiori. La Cappella della Santa Sindone era stata iniziata da Amedeo di Castellamonte nel 1657. L’impianto circolare venne trasformato da Guarini in modo da trovare riscontro anche in una soluzione triangolare. I tre vertici individuano in pianta tre spazi secondari: due ambienti circolari, che in parte penetrano all’interno della cappella, e uno ad arco di cerchio. Anche in alzato il triangolo e il cerchio si fondono. Sugli archi si imposta il tamburo della cupola, che si distingue per la fantasiosa forma a guglia, ottenuta dall’intreccio di archetti. All’esterno, l’architettura si caratterizza per l’aggregazione di cellule spaziali indipendenti che tendono a spezzare l’unità dell’insieme.

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Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di San Lorenzo

La libertà compositiva dall’architetto modenese è ancor più evidente nella concezione della Chiesa di San Lorenzo, formata da un grande ambiente accentrato e da un presbiterio ellittico, entrambi coperti da cupole con costoloni intrecciati.

In Guarino Guarini troviamo un architetto capace di coniugare la bizzarria del Barocco alla fantasia tipica del Gotico. I suoi edifici, concepiti come un’aggregazione di tante cellule, sembrano dotati del respiro di una creatura viva. Proprio in ciò sta l’essenza delle architetture del Guarini che trasferisce alle strutture inanimate il carattere distintivo delle cose animate. Egli, infatti, amava affermare che “il moto spontaneo di dilatazione e contrazione non procede da alcun principio; ma è diffuso per l’intero essere vivente”. 

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