Come si riconosce un Modigliani: elementi per capire l’autenticità di un’opera

Di Laura Corchia

Per riconoscere l’autenticità di un’opera a olio su tela, si procede effettuando in laboratorio delle indagini chimiche, ma soprattutto “comparative”, cioè attraverso quelle già conosciute in rapporto ad altre tele d’epoca, e in seguito estetiche, avvalendosi dei documenti, delle testimonianze e degli archivi fotografici.

Jeanne, figlia di Amedeo Modigliani, sin dal 1939 ha raccolto tutta la documentazione sull’opera del padre, oggi resa pubblica e consultabile.

Per verificare l’autenticità di un’opera le prime indagini scientifiche riguardano il supporto che, per ovvie ragioni, deve essere d’epoca (a meno che l’opera non sia stata sottoposta a restauri che hanno previsto il trasporto del colore). Tuttavia, non è facile individuare quali materiali siano stati utilizzati durante il periodo della Prima Guerra Mondiale, data la precarietà dei mezzi e la difficoltà economica degli artisti durante quei tragici anni. I laboratori del Louvre hanno sottoposto alcune opere a indagini e i risultati ottenuti, benché parziali, sono utili ad avere delle prime indicazioni. La conservatrice Madelaine Hours si è trovata di fronte a una serie di “prove d’artista”, dove il supporto d’origine era la tela, ma con strati di pitture eseguite in momenti diversi. Ciò vuol dire che si tratta di opere dipinte da mani diverse, con tele utilizzate da artisti contemporanei negli strati preparatori, ma con un finale d’autore individuato nell’ultimo strato. Il passo successivo è consistito nell’estrazione di piccoli campioni di tela da circa quindici opere diverse e tutti hanno confermato che si tratta di tele di lino o di cotone preparate da Modigliani con uno strato di preparazione di bianco: bianco di piombo, bianco di zinco o bianco di titanio. Quando usava il cartone come supporto lo preparava con un fondo di bianco di zinco, mescolato con la colla estratta da elementi naturali, come la colla di pesce. Raramente dipingeva sulla tela grezza. La silhouette della figura era abbozzata con terra di Siena bruciata applicata con la punta del pennello. La sua tavolozza è ridotta a pochi colore base: giallo di cromo o di cadmio, ocra gialla, rosso vermiglione, terra verde, blu di Prussia, bianco di piombo o di zinco. Tutti i colori sono diluiti con olio di lino, in modo da ridurre i tempi di indurimento dei colori. Quando Modigliani voleva fare presto diluiva e asciugava la tela rapidamente con colori poveri e poco brillanti. Le altre opere più ricche di colore prevedevano una preparazione più lenta e meticolosa. Queste ultime sono spesse di materia e nell’impasto cromatico rivelano pentimenti e cancellature.

Girl with a polka-dot blouse, 1919 Amedeo Modigliani
Girl with a polka-dot blouse, 1919 Amedeo Modigliani

I disegni sono suddivisi in tre categorie sulla base dei soggetti e al formato dei carnet (i primi hanno un formato tascabile; i medi hanno dimensioni 20 X 30 cm; i grandi 34 X 26 cm). Modigliani era solito strappare le sue opere, forse colto da frenesia o da insoddisfazione. Oggi la sua produzione conta circa 1300 disegni, quasi tutti eseguiti su una carta scadente, di bassa grammatura, quasi trasparente e derivano da due mercanti di carta: uno situato a Montmatre, l’altro a Montparnasse. I primi disegni sono legati alla sua formazione accademica e rivelano uno studio attento delle proporzioni, del chiaroscuro e hanno forma a tutto tondo. Dopo la scoperta della scultura negra e l’incontro con Derain e Brancusi lo stile cambia: il passato accademico viene cancellato e tutto diventa linea. Ogni carnet contiene circa cinquanta o cento fogli di carta cuciti tra di loro. Modigliani usava staccarli e raccoglierli in una cartella rilegata con carta blu. Disegna con strumenti semplici: matite da muratore, matite con la mina a piombo nera o matite da lattoniere. Ogni segno di matita rimanda però al soggetto ritratto, specchio di un artista capace con qualche gesto e qualche segno della mano di “ritrarre” in profondità il modello, l’uomo, la sua personalità.

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