Tesori di Napoli: Palazzo Diomede Carafa

di Fabio Strazzullo

Venne costruito nel XV secolo da Masuccio Secondo e, stando ad altre teorie, anche dallo scultore e architetto Angelo Aniello Fiore. È testimonianza che le novità architettoniche non erano solo frutto della committenza regale. Il posto del palazzo era abbastanza angusto, ma spostarsi per Diomede avrebbe significato perdere potere politico nel seggio di Nido (istituzione amministrativa di Napoli). Il palazzo è rivestito in facciata alla maniera albertiana.

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-L’ingresso è concepito come una grande volta a botte (primo a Napoli), sulla quale si apriva un cortile con un loggiato su un solo lato, mentre dall’altra parte c’era un giardino pensile.

-L’esterno è in bugnato bicromatico (tufo e pietra), mentre il portale ha su di sé una nicchia con la statua di Ercole e ai lati due busti d’imperatori su mensole (forse Claudio e Vespasiano). Mentre le finestre sono rettangolari, anche il portale è innovativo, perché ionico con mensole e fregio aggettante di alloro coi simboli della famiglia Carafa. Sui due vertici alti dell’edificio, infine, sono scolpiti i volti di Diomede Carafa e di sua moglie.

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-Nel cortile prendevano posto antichità di proprietà della famiglia Carafa, prelevate dai Campi Flegrei a Roma. La parte più interessante del palazzo è la Testa di Cavallo che una passata tradizione indicava come la testa di un cavallo di bronzo. La teoria più accreditata è quella che sia stata donata da Lorenzo de’ Medici a Diomede Carafa, che la collocò nel cortile dove rimase fino al 1809, quando l’ultimo principe Carafa di Colubrano la donò al museo archeologico nazionale, sostituendo l’originale con una copia in terracotta.

 

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