La Cappella Sistina prima di Michelangelo

Di Laura Corchia

A vederla così, magistralmente affrescata da Michelangelo, la Cappella Sistina, consacrata il 15 agosto 1483 da Sisto IV, sembra quasi celare la sua storia precedente e le pitture che ne ricoprivano le sue pareti.

Qualche anno prima, infatti, il pontefice aveva deciso di ristrutturare l’antica Cappella Magna del Palazzo Apostolico e aveva affidato la decorazione ai più importanti pittori del tempo: Botticelli, Ghirlandaio, Perugino e Pinturicchio.

Michelangelo intervenne in un secondo momento, con un restyling che necessariamente comportò la distruzione delle opere preesistenti.

Ma cosa c’era al di sotto di quello che vediamo oggi?

La decorazione della volta, oggi scintillante di colori e di figure, ospitava un semplice cielo stellato dipinto da Piermatteo d’Amelia. Ecco, in una ricostruzione recente, come doveva apparire la volta:

La parete dell’altare, su cui attualmente si staglia il mirabile Giudizio Universale, seguiva lo stesso schema delle altre pareti (che vediamo tutt’ora), basato su tre fasce orizzontali sovrapposte dipinte ad affresco: in basso, erano raffigurati dei finti tendaggi, nella fascia mediana c’erano tre affreschi eseguiti dal Perugino e, in alto, le finestre erano intervallate da figure di papi.

Gli affreschi di Perugino, oggi coperti dal dipinto di Michelangelo, raffiguravano la Nascita e il ritrovamento di Mosè e la Natività di Cristo. Per avere un’idea di come si presentassero queste scene, si può prendere come punto di riferimento la scena centrale del Polittico Albani, dipinto qualche anno dopo dallo stesso Perugino che si ispirò alla Natività di Cristo della Sistina. Tra le due scene, vi era un affresco eseguito da Vannucci raffigurante la Vergine Assunta o, secondo alcuni, l’Immacolata Concezione. Anche per quest’opera abbiamo una preziosa fonte di riferimento: il disegno realizzato da un artista appartenente alla bottega del Perugino. La vergine è posta in una mandorla, circondata da cherubini e da angeli musicanti. In basso, i dodici apostoli, con san Tommaso inginocchiato. Secondo Heinrich W. Pfeiffer, la scena raffigura l’Immacolata Concezione perché gli apostoli non si trovano presso il sepolcro di Maria. Inoltre, sappiamo che Sisto IV era particolarmente devoto a Maria Immacolata.

Polittico Albani

Per finire, volgiamo lo sguardo alla parete di ingresso. I due affreschi della fascia mediana, eseguiti nel Cinquecento da Hendrik van den Broeck e Matteo da Lecce, coprono due opere di identico soggetto dipinte da Ghirlandaio e dal Signorelli e distrutte nel 1522 a causa di un crollo.

 

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