La fragola nei dipinti: il fiore del Paradiso

Di Laura Corchia

La pianta della fragola con i suoi frutti appare di frequente nei dipinti rinascimentali, probabilmente perché era particolarmente diffusa in tutta Europa. Nonostante non venga mai menzionata nelle Sacre scritture, viene comunemente ritenuta un fiore del Paradiso. ciò deriva probabilmente da un passo delle Metamorfosi di Ovidio, in cui si dice che durante l’età dell’oro, l’uomo si cibava dei frutti che la terra offriva spontaneamente, tra cui la fragola. Inoltre, la fragola matura in primavera e alluderebbe dunque anche all’Annunciazione e alla relativa Incarnazione di Cristo, episodi che avvengono nella medesima stagione.



Le foglie tripartite della pianta possono alludere alla Trinità, mentre il piccolo fiore bianco simboleggia innocenza ed umiltà. Il colore rosso del frutto può anche rimandare alla Passione di Gesù, tanto che a volte si ritrova rappresentata nella Crocifissione e nella Deposizione.

Una delle opere più note in cui compare un gran numero di fragole è il Trittico delle Delizie di Hieronymus Bosch. Il dipinto, un grande olio su tavola, rappresenta l’opera più enigmatica dell’artista. La critica si è a lungo dibattuta sulla sua interpretazione e anche la datazione è piuttosto incerta.

Le facce esterne degli scomparti laterali rappresentano il globo terrestre al terzo giorno della creazione. La terra è vista a volo d’uccello, entro una sfera trasparente. Secondo Tolnay, potrebbe alludere alla fragilità dell’universo. Non si scorgono forme di vita, animali o umane. Dio è relegato nell’angolo superiore sinistro, con una tiara sul capo e la Bibbia sulle ginocchia.

Nell’interno, come un vero e proprio coup de théâtre, i pannelli sono abitati da innumerevoli esseri brulicanti di vita. In una vegetazione non naturale vivono animali reali e fantastici e, sullo sfondo, strane costruzioni servono da dimora agli uccelli. In contrasto con il cromatismo acceso, i corpi emergono con un incarnato candido ed abbagliante.

La presenza delle fragole è concentrata nella parte bassa del pannello centrale. Qui, una infinita quantità di nudi femminili e maschili, uniti in gruppo o a coppie, sono alle prese con bizzarri vegetali, minerali e conchiglie o si stanno cibando di grosse fragole e more. Questi frutti, notoriamente succulenti, alluderebbero alla sessualità.

Un interessante dettaglio mostra una gigantesca fragola circondata da una moltitudine di figurette nude. Su un’altra porzione del dipinto un uomo trasporta il frutto, mentre altre figure si cibano di frutti colti dall’albero.

Di tutt’altro significato sono le ciliege e le fragole raffigurate nel 1608 da Osias Beert. A primo impatto l’opera rimanderebbe ad una natura morta, soggetto che si diffonde a partire dal Seicento. Ma, ogni elemento presente sulla tavola, rimanda alla religione. Il calice colmo di vino si potrebbe riferire al sangue di Cristo morto per redimere l’umanità. Il pane potrebbe essere un’eco all’immagine eucaristica del corpo di Cristo. La libellula, considerata una specie di mosca, è emblema del male. Le ciliege rimandano alla passione di Gesù. La farfalla, opposta alla libellula, raffigura l’eterna lotta tra il bene e il male. Infine, le fragole rimandano al Paradiso.

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