Gustav Klimt ed Emilie Flöge: un amore nella Vienna della Secessione

di Laura Corchia

“… perché provo timore e rispetto di fronte al vero amore “

(Gustav Klimt)

Mentre lavorava nel suo atelier Klimt era spesso circondato da modelle nude, un’abitudine condivisa con lo scultore Auguste Rodin. Berta Szeps, nella sua autobiografia, racconta che “Klimt e Rodin s’erano seduti accanto a due donne straordinariamente belle: Rodin le fissava incantato. Klimt aveva fatto di quel tipo un ideale…”.

Più che un capriccio, Klimt aveva bisogno di osservare i loro corpi muoversi liberamente nell’ambiente e instaurare con esso una sorta di simbiosi. Il rapporto intimo e confidenziale che ne nasceva qualche volta si evolveva in una vera e propria relazione, anche se l’artista non si legò mai stabilmente ad alcuna di loro.

Dotato di indubbio fascino non si sposò mai, ma coltivò per lungo tempo due relazioni molto importanti. La prima con  Emilie Flöge. 

Gustav e Emilie si incontrano per la prima volta nel 1891, quando la sorella della ragazza, Helene sposa suo fratello, Ernst Klimt. Ernst muore prematuramente e Gustav si avvicina sempre di più ad Helene e ella sorellina Emilie.

Non è dato sapere che tipo di rapporto avessero Gustav ed Emilie, ma si dice che sia la giovane a comparire in una delle opere più note e sensuali dell’artista, il Bacio(1907-08). Il loro rapporto è comunque testimoniato dalle numerosissime lettere e cartoline che amano scambiarsi.

Al lago Attersee, nell’Alta Austria, luogo che conobbe grazie alla famiglia Flöge, Gustav trascorreva regolarmente le vacanze estive. Probabilmente Emilie il vero e unico amore di Gustav, per la quale avrebbe nutrito un sentimento puro.

Il suo ritratto fu il primo a presentare un soggetto “ingioiellato”; con lo sguardo seducente che ammicca allo spettatore. Forse è questa la ragione per cui non piacque alla famiglia Flöge che rifiutò di appenderlo al muro (nel 1908 fu acquistato dalla Città di Vienna). Klimt, nonostante tutto il suo affetto da protettore-quasi zio, non sposò mai Emilie per restare a vita uno scapolo senza vincoli o legami che lui giustifica in alcuni poemi scritti di suo pugno.

Emilie, dal canto suo, preferì non sposarsi e, oltre ad amare in segreto il pittore, tenne una “stanza di Klimt” in cui conservò il cavalletto di Gustav, il suo enorme armadio, la sua collezione di lunghi abiti decorati, le sue camicie e diverse centinaia di disegni.

 

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