Viaggio nella cultura popolare: il tema del “mondo alla rovescia”

Di Laura Corchia

Un’immagine o una sequenza di immagini che si trova frequentemente nei manoscritti e sui muri, soprattutto nei secoli che vanno dal XIV al XVIII, è quella del mondo alla rovescia. Sono immagini di rovesciamento fisico, con uomini ritti sul proprio capo, pesci volanti, cavalieri rivolti verso la coda del proprio cavallo. Altre volte, le immagini si riferiscono ad un ribaltamento delle relazioni fra uomini e bestie: le lepri che hanno catturato il cacciatore, buoi diventati macellai, pesci che mangiano il pescatore. In altri casi, ad invertirsi sono le relazioni tra uomo e uomo: l’allievo che punisce il maestro, il servo che dà ordini al proprio padrone, il marito che si occupa delle faccende domestiche mentre la moglie fuma ed impugna il fucile.

Si tratta di un tema antico, che compare anche nella Bibbia, per esempio nell’asserzione che “i primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi”. Inoltre, molti scrittori comici hanno fatto largo uso di queste immagini di ribaltamento per ottenere effetti esilaranti.

 

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Nell’Europa moderna, si svolgevano numerose feste in cui vi era una ricorrente inversione sociale delle relazioni, soprattutto durante il Carnevale. Accadeva, così, che uomini vestivano da donne e donne da uomini, che si potevano intonare ritornelli osceni in presenza di signore rispettabili, che si poteva prendere in giro l’autorità costituita.

In Inghilterra, durante il periodo natalizio, in ogni abitazione veniva scelto il “lord della confusione”: un servo che per un breve periodo faceva la parte del padrone. Inoltre, il 28 dicembre era la “festa dei folli”: i sacerdoti indossavano gli abiti sacri al rovescio, leggevano i messali al contrario e maledicevano i fedeli.

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Se quelle appena citate erano feste goliardiche, nel charivari veniva invece umiliato pubblicamente un individuo, colpevole di aver commesso atti che offendevano le norme della comunità. Durante tali manifestazioni, lo spettacolo includeva musica forte e dissonante e rappresentazioni drammatiche.

Frequentemente, i membri di una cultura percepivano e percepiscono tuttora altre culture come il rovesciamento della propria. Anche il diavolo era percepito come un Dio rovesciato e si credeva che gli eretici e le streghe lo adorassero attraverso una sorta di liturgia capovolta. Durante l’Età moderna, vi furono moltissime accuse reciproche di girare il mondo alla rovescia: i cattolici accusavano Lutero, Lutero puntò il dito contro i cittadini ribelli e i francesi contro i calvinisti.

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Su molte persone piombò l’accusa di satanismo e di stregoneria. Le taverne erano considerate luoghi di dissipazione, malgoverno, crimine. Anche le classi superiori, dal canto loro, vedevano la cultura popolare come un mondo alla rovescia per più di una ragione: era una cultura diversa dalla loro, considerata incline alla ribellione e allo scherno e tendente ad assorbire elementi della cultura dotta che, per ovvie ragioni, subivano delle trasformazioni di significato.

 

Numerosissime opere pittoriche testimoniano il mondo alla rovescia. Un esempio è costituito dalla “Lotta tra Carnevale e la Quaresima”, dipinta da Brueghel nel 1559. Il dipinto è diviso in due parti: sul lato sinistro è rappresentato il Carnevale, identificabili con l’uomo grasso che cavalca una botte. Numerosi personaggi sono intenti a mangiare, bere, ballare ed inscenare rappresentazioni teatrali buffonesche. Dall’altro lato, la Quaresima è raffigurata come una donna anziana e smagrita. Seduta su un carro trascinato da un frate e da una monaca. anche le architetture rappresentano la lotta che si sta svolgendo: da una parte la chiesa, dall’altra l’osteria. Tutta la scena è popolata da un brulichio di figurette, tutte impegnate a svolgere qualche azione. Oltre ai buffoni, compaiono numerosi mendicanti, tutti vittime dell’indifferenza della gente. Sull’estrema destra, un uomo sta facendo l’elemosina ad una donna. Egli indossa un abito rosso e azzurro, i colori dell’inganno. Ciò sottolinea che il suo atto generoso è solo un modo per purificarsi l’anima dal peccato.

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