Storia e iconografia di Santa Caterina d’Alessandria: la martire torturata da una ruota dentata

di Sara Venturiero

La storia di Santa Caterina d’Alessandria non ha un andamento molto lineare, in quanto le vicissitudini accadute nella sua breve vita (visse soli 18 anni) sono un insieme di tradizioni e leggende legate ai diversi paesi del Mondo Cristiano, in cui fu venerata e dove lo è ancora tutt’oggi. La sua nascita dovrebbe risalire al 287, mentre la sua morte, a seguito di un cruento martirio, risalirebbe al 25 Novembre del 305 proprio ad Alessandria d’Egitto.

Jan Provost, Martirio di S. Caterina
Jan Provost, Martirio di S. Caterina

La Legenda Aurea, testo del XIII secolo che racchiude le vite dei Santi Cristiani, scritto di Jacopo da Varazze, ci descrive questa ragazza come una bellissima fanciulla figlia di un re, istruita sin da piccola alle arti liberali, quindi colta pur essendo una donna ed oltretutto nata in un paese in cui queste erano sempre poste in secondo piano nella società. Non a caso è patrona di filosofi, studenti e delle confraternite femminili, ma anche dei sarti, mugnai, ceramisti e cartai.

Leggi anche  Goethe e Walden: parole e immagini per narrare il dolce "canto di un'anima solitaria"

Narra la leggenda, che in quello stesso momento, una schiera di angeli discese dal cielo e portarono in salvo il corpo senza vita di Caterina, posandolo sul Monte di Mosè (Gebel Musa), meglio conosciuto come Monte Sinai. Anni dopo, l’imperatore Giustiniano fece traslare i resti della Santa a valle, costruendo il Monastero a lei dedicato.Nel 305 fu proclamato governatore di Egitto e Siria, Massimino Daia, che in occasione della sua nomina fece organizzare grandi festeggiamenti, nei quali si prevedevano sacrifici animali in tutte le città confinanti in onore degli Dèi pagani. Durante queste celebrazioni, la giovane Caterina si presentò nel palazzo del governatore con l’intento di interrompere queste pratiche crudeli e selvagge, chiedendo a tutti di abbandonare il paganesimo in favore del Cristianesimo. Il Governatore, colpito dalla retorica della ragazza ma anche dalla sua bellezza, non si adirò ma decise di chiamare una schiera di dotti retori affinchè le facessero cambiare idea. Caterina ebbe tanta loquacità da riuscire a persuadere persino questi uomini e questa volta l’affronto subìto da Massimino fu talmente grande da non poter lasciar correre, facendo bruciare vivi tutti i suoi letterati. In seguito, come ultima speranza per la fanciulla, le propose di sposarlo per aver salva la vita, ma ella rifiutò categoricamente, causando l’ira del Governatore che la condannò al martirio. L’atrocità consisteva in un macchinario che tramite una ruota dentata avrebbe dilaniato il suo corpo, ma non appena questo sfiorò la fanciulla, si ruppe in mille pezzi, sotto lo sguardo stupito di tutti. A quel punto, il furibondo Massimino si vide costretto ad ucciderla in una maniera più diretta, facendola decapitare sul posto.

Leggi anche  Il mito di Eros in pittura: "Omnia vincit amor"

Proprio per la sua terribile storia, le raffigurazioni di Santa Caterina d’Alessandra sono corredate dai simboli del suo martirio, come la ruota dentata e la palma, ma anche da quelli legati alla sua cultura intellettuale, come appunto il libro, e persino dagli attributi del suo ceto d’estrazione, come gli abiti regali, l’anello di famiglia e la corona sul capo.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Ti è piaciuto? Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere tanti contenuti in esclusiva!