Pompeo Mariani, “il pittore che fece aspettare la regina”

di Laura Corchia

Con le sue opere dai soggetti gradevoli e fortemente decorativi, Pompeo Mariani (Monza, 9 settembre 1857 – Bordighera, 25 gennaio 1927) è uno dei principali esponenti della pittura italiana dell’Ottocento.

In realtà, la sua reputazione ha avuto uno strano destino: famoso in vita, celebrato dalla critica e amato dal “bel mondo” lombardo e ligure, è caduto nell’oblio dopo la morte, forse perché penalizzato dal confronto con lo zio Mosé Bianchi.

Pompeo Mariani, Palco alla Scala, 1900 circa. Olio su cartone, 29 x 24 cm
Pompeo Mariani, Palco alla Scala, 1900 circa. Olio su cartone, 29 x 24 cm

Figlio di Martino Mariani e di Giulia Bianchi, Pompeo nacque a Monza nel 1857. Studiò al Ginnasio e venne poi avviato alla carriera bancaria. Grazie allo zio Mosè, riuscì a vincere le resistenze della famiglia e a prendere le prime lezioni di pittura. La sua produzione dimostra grande perizia nella raffigurazione degli esterni e degli interni. Mariani fu un grande narratore della vita e raffigurò scene che, per scelta tematica, si avvicinano molto a quelle degli impressionisti: marine, paesaggi, ma soprattutto caffè alla moda e affollati casinò. In lui mai venne meno l’amore per la rappresentazione dal vero, sapientemente coniugata con le esperienze dell’Impressionismo francese.

Mariani attraversò anche una fase che possiamo definire “orientalista” e che scaturì da un viaggio in Egitto compiuto nel 1880.

Leggi anche  L’Incontro del paesaggio e della donna in una poesia di Cesare Pavese
Pompeo Mariani, I sistemisti della roulette, 1910. Olio su cartone, 36 x 26 cm
Pompeo Mariani, I sistemisti della roulette, 1910. Olio su cartone, 36 x 26 cm

La sua lunga vita fu all’insegna dell’amore per la pittura, praticata non solo come “mestiere”, ma come profonda necessità di documentare ogni aspetto del mondo che lo circonda. Arte dunque come necessità esistenziale. Felice interprete della società di cui fece parte, ne seppe cogliere l’eleganza e le sfumature più vitali attraverso colori vivaci ed armoniosi. Paesaggi, teatri, caffè, corse di cavalli raccontati con la freschezza e la vivacità tipiche dell’epoca, permeati da quella fiducia nel progresso che hanno caratterizzato gli anni della Belle Époque. 

Pompeo Mariani, Sala delle Feste, Casinò di Sanremo, 1915. Olio su cartone, 20,5 x 29,8 cm
Pompeo Mariani, Sala delle Feste, Casinò di Sanremo, 1915. Olio su cartone, 20,5 x 29,8 cm

Un curioso aneddoto racconta che la Regina Margherita si era recata a Villa Mariani per far vista al maestro e complimentarsi per il ritratto fatto al marito Umberto I. Il pittore, non trovandosi presentabile, andò a prepararsi, ma così facendo fece aspettare la regina. Per scusarsi, eseguì il ritratto della regina. Da quel giorno fu soprannominato “il pittore che fece aspettare la regina”.

Per un approfondimento rimandiamo al sito della Fondazione Pompeo Mariani. 

Leggi anche  "Di struggente bellezza": la sublime poesia di Frida Kahlo

RIPRODUZIONE RISERVATA

.