Pablo Picasso, il grande artista del Novecento

di Laura Corchia

“A dodici anni sapevo disegnare come Raffaello, però ci ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un bambino”.

(Pablo Picasso)

Pablo Ruiz y Picasso, semplicemente noto come Pablo Picasso nasce a Malaga nel 1881. Il padre è un insegnante nella locale scuola d’arte e lo avvia precocemente all’apprendistato artistico.

Il giovane si dimostra sin da subito un vero enfant prodige, tanto che ad appena quattordici anni tiene la sua prima mostra e si rivela già un artista maturo.

Dopo aver trascorso a Málaga i primi dieci anni della sua vita, Picasso arriva dunque a Barcellona e si iscrive alla locale Accademia. La città catalana resterà per sempre nel cuore dell’artista, tanto da sentirne la cittadinanza nel profondo dell’anima.

Fantasioso, irrequieto e indipendente, Picasso viaggia su e più nella regione, affrancandosi ben presto dalla famiglia. A Madrid è più facile vederlo nei corridoi del Prado piuttosto che in quelli dell’Accademia, sempre pronto a schizzare sul taccuino le opere dei grandi artisti esposte. e concentrando i suoi studi soprattutto su Velázquez e Goya

Gli ultimi anni del secolo, trascorsi a Barcellona, sono segnati da una profonda confusione interiore, causata anche da una lunga serie di amori burrascosi.

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Allo scoccare del 1900, Picasso raccoglie le sue cose in una valigia e mette per la prima volta piede a Parigi e, l’anno successivo, inaugura il cosiddetto Periodo Blu, una pittura tutta giocata sui colori freddi. Nelle opere di questo periodo predominano il grigio, il turchino e, naturalmente, il blu in tutte le sue sfumature.

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A partire dal 1905, la sua tavolozza subisce un cambiamento repentino e si tinge delle calde gradazioni del rosa. Rispetto alla precedente produzione, il Periodo rosa non accoglie e descrive personaggi sfruttati e diseredati, ma soggetti ripresi dall’ambiente del circo e dei saltimbanchi.

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Conseguenza dell’interesse nei confronti dell’arte africana  e polinesiana è il dipinto dal titolo Les Demoiselles d’Avignonconsiderato il capostipite del movimento cubista. In quel 1907, Picasso ha infatti conosciuto Georges Braque, con il quale avvia la nuova ricerca.

Alla fase del Cubismo analitico, nel corso del quale i dipinti dei due artisti risultano spesso difficili da distinguere perché non firmati, segue la fase sintetica, durante la quale i due stili si precisano e si distinguono. I colori piatti brillanti e le superfici piatte si uniscono all’uso del collage. 

Interessanti sono i ritratti, come quello che raffigura il mercante Ambrose Vollard. Nell’opera è evidente l’interesse di Picasso a mirare più al contenuto che all’apparenza, rinunciando a qualsiasi tentativo di verosimiglianza. Il pittore scava a fondo nella psicologia del modello e ne mette in luce soltanto le caratteristiche utili al fine di una conoscenza profonda, capace di andare all’essenza stessa della realtà. Ne risulta un’immagine frastagliata, in cui personaggio e sfondo sono posti sullo stesso piano. Esaminando attentamente si possono distinguere una bottiglia appoggiata sul tavolo, un libro e un giornale aperto, un bottone e il fazzoletto del taschino.

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cubismo analitico

Ne I tre musici, un olio su tela datato 1921, Picasso applica un gusto del colore assolutamente nuovo, quasi da cartellone pubblicitario. L’opera, eseguita a Fontainebleau, raffigura Pulcinella, Arlecchino e un monaco che suonano degli strumenti musicali, mentre un grosso cane gode dell’allegra melodia standosene comodamente accucciato sotto il tavolo. I colori sono distesi su piani ampi e piatti, in una visione frontale e bidimensionale. Il senso di profondità viene recuperato solo nelle pareti laterali e nel pavimento della stanza.

Qualche anno prima, Picasso aveva compiuto un viaggio in Italia in compagnia dell’amico scrittore Jean Cocteau. A contatto con l’arte italiana, Picasso adotta una pittura classicista, che si esprime in figure femminili monumentali e dolci. In questo anni, attraverso Breton, si avvicina anche al Surrealismo ed elementi di poetica surreale si incontrano effettivamente in qualche opera.

Alla fase classicista fa seguito un momento di pittura violenta. Capolavoro di questo periodo è Guernica.

Dal 1946, Picasso si trasferisce da Parigi al sud della Francia, dove inizia un’intensa attività di ceramista, di incisore, di illustratore e di scultore. Soprattutto in quest’ultimo campo, l’artista spazia senza confini tecnici: passa dalla manipolazione della ceramica alla lavorazione del bronzo, fino alla realizzazione di opere come Testa di toro, ottenuta con un sellino e una ruota di bicicletta.

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Picasso è un artista eclettico e la sua carriera attraversa quasi tutto il secolo. Muore l’8 aprile del 1973 a Mugins. La triste notizia si sparge in breve tempo e in un baleno fa il giro del mondo. Il cuore di uno dei più grandi artisti del Novecento aveva smesso di battere.

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