Marie Laurencin, “la Dame du Cubisme”

di Laura Corchia

Fortemente legata alle avanguardie parigine, Marie Laurencin esordì nell’ambito delle esperienze cubiste, influenzata dalla frequentazione di artisti come Braque e Picasso. La sua pittura, dalle forme semplici e dalla composizione ariosa, è costituita prevalentemente da delicate figure femminili, rese con colori pallidi, fluidi e soavi. Ritratte in pose aggraziate, le sue longilinee modelle raccontano di un mondo quasi fantastico, sospeso tra sogno e realtà.

Marie era figlia di un revisore delle imposte e di una sarta e nacque il 31 ottobre 1883 a Parigi. All’età di 18 anni si dedicò allo studio della pittura su Porcellana presso la fabbrica di Sèvres e nel 1903 entrò nell’Accademia Humbert.

I suoi interessi per la pittura ad olio furono incoraggiati da Picasso e da tutti quegli artisti che frequentavano il Bateau Lavoir. In quell’ambiente, Marie conobbe Guillaime Apollinaire e tra i due nacque un’intensa e tormentata storia d’amore.

Marie_Laurencin,_1910-11,_Les_jeunes_filles,_Jeune_Femmes_(Young_Girls),_oil_on_canvas,_115_x_146_cm,_Moderna_Museet,_Stockholm

Sebbene il poeta la definì un’artista cubista, le tangenze tra il Cubismo e le opere di Marie sono piuttosto limitate. “La Dame du Cubisme”, come fu soprannominata, abbandonò questa corrente dopo il primo conflitto mondiale. Il 1912 fu un anno difficile per l’artista: dopo la rottura con Apollinaire perse la madre e nel 1914 sposò il barone tedesco Otto von Wätjen. La coppia si trasferì a Madrid, dove Marie ebbe modo di conoscere Sonia e Robert Delaunay.

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Alla fine della guerra, i coniugi fecero rientro a Parigi e nel 1920 Marie, dopo aver ottenuto il divorzio, avvia un periodo di intensa creatività artistica. Oltre ad illustrare i libri di poesie dei numerosi amici intellettuali, sviluppò una nuova palette di colori, che riflette l’intenso lirismo del suo mondo interiore: pallidi blu, rosa sfumati, teneri verdi e grigi che spesso fanno da sfondo a figure femminili dai grandi occhi neri, sovente accompagnate da un cagnolino.

Marie Laurencin (1885-1956). "Danseuses". Paris, musée d'Art moderne.
Marie Laurencin (1885-1956). “Danseuses”. Paris, musée d’Art moderne.

Marie si cimentò anche nel teatro, disegnando costumi e scenografie. Le sue creazioni si caratterizzavano per la grande libertà di movimento e per l’abilità di creare ambiente convincenti dal punto di vista illusionistico ma pur sempre semplici.

Per tutti gli anni Trenta il suo stile rimase invariato. La sua continuò ad essere una pittura di figura, raramente maschile. Talvolta, nelle sue tele comparivano paesaggi e composizioni floreali. Gli anni Quaranta la vedono impegnata a dipingere e a pubblicare la sua raccolta di poesie con il titolo Le Carnet des Nuits. Tuttavia, questi furono gli anni del secondo conflitto mondiale. Marie restò a Parigi, ma il suo appartamento fu requisito dai tedeschi nel 1944.

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Tre anni dopo, in quella stessa casa, la pittrice morì, stroncata da un improvviso attacco cardiaco. Fu sepolta nel cimitero di Père Lachaise e ancora oggi riposa in un abito bianco, con una rosa in mano e le lettere dell’amato Guillaime sul cuore.

 

Lui ritrova nella memoria

La ciocca di lei castana

Non par vero ma ti ricordi

Dei nostri due destini strani

Di boulevard de la Chapelle

Del bel Montmartre e di Auteuil

Me lo ricordo mormora lei

Il giorno che ho passato la tua soglia

Vi cadde come un autunno

La ciocca del mio ricordo

E la sorte di noi che ti stupisce

Si sposa al giorno che finisce.

(Guillaime Apollinaire)

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