Leonardo da Vinci: invenzioni celebri tra vero e falso

Di Laura Corchia

Leonardo è noto a tutti come un grande inventore. Tuttavia, praticamente nessuna delle macchine da lui progettate fu realizzata. L’unica che vide la luce fu un contatore idraulico costruito attorno al 1510 per il mercante e umanista Bernardo Rucellai.

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Molte delle sue invenzioni sembrano anticipare i tempi moderni, prima fra tutte la famosa macchina volante. All’inizio compare l'”ornitottero”, un apparecchio che intende riprodurre il battito alare degli uccelli sfruttando la forza dei muscoli umani. In seguito, Leonardo progetta qualcosa di molto simile al moderno deltaplano. Questo progetto deriva dall’osservazione dei cervi volanti, degli aquiloni che all’epoca potevano essere così grandi da riuscire a sollevare anche un uomo. C’è poi il disegno avvenieristico di una vite aerea che sembra addirittura un antenato dell’elicottero. Nel Codice Atlantico si trova un buffo disegnino di un omino appeso precariamente a un aggeggio a forma piramidale. Leonardo commenta che con questo dispositivo, chiunque avrebbe potuto saltare da qualsiasi altezza senza farsi male. E aveva ragione: quando è stato testato nel 2000, il paracadute di Leonardo è stato un successo totale, con una discesa ancora più morbida e stabile di quella di un paracadute moderno. L’unico problema è che il suo peso sarebbe stato pericoloso all’atterraggio.Per provare la macchina volante di Leonardo, il giovane Zoroastro si gettò dalla cima del monte Ceceri, nei pressi di Firenze. Ma è solo una leggenda che ha probabilmente origine proprio da una frase di Leonardo: «Piglierà il primo volo il grande uccello, sopra del suo magno Cécero empiendo l’universo di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture, e gloria etterna al nido dove nacque». 

Ma Leonardo non dedica tutte le sue energie allo studio del volo. Le sue attenzioni sono anche per il mondo subacqueo: progetta infatti maschere, scafandri, salvagenti e apparecchiature per respirare sott’acqua. Egli giunge anche a progettare un sottomarino, un’invenzione che decide di non divulgare perché potenzialmente dannosa per l’umanità: « E questo non pubblico o divolgo per le male nature degli omini». Nel Codice Atlantico compaiono schizzi per un veicolo automobile a molle, con tre ruote e sterzo .Forse automobile è un po’ troppo: si trattava più di un trabiccolo a molla concepito non per il trasporto di persone ma come trucco scenico teatrale. Certo è che nel Rinascimento il concetto di un veicolo che si muovesse autonomamente, anche se per brevi tratti, era assolutamente fantascientifico. Nel Codice sul volo degli uccelli è invece descritto un dispositivo di protezione del corpo dalle cadute con otri gonfiati: una sorta di air-bag ante litteram. 

Decisamente falsa è invece l’attribuzione al maestro della prima bicicletta. L’erronea attribuzione è dovuta al ritrovamento di un disegno durante il restauro del Codice Atlantico.

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Bicicletta
Bicicletta

Il folio 36v del Codice Madrid riporta il progetto di un curioso insieme di ingranaggi, costituito da numerose rotelle simili tra loro. La descrizione, come spesso accade, è assai criptica, e quindi non è chiaro a cosa servisse davvero. Secondo una ricostruzione degli anni ’60 opera dell’ingegnere Roberto A. Guatelli, che lavorava per l’IBM allo scopo di creare repliche dei macchinari leonardeschi, si sarebbe trattato di una primitiva calcolatrice meccanica, inventata quasi 150 anni prima della “pascalina” di Blaise Pascal. Non apppena la replica venne esposta però, venne immediatamente attaccata. La macchina originale non avrebbe mai potuto funzionare, perché l’attrito, con i materiali dell’epoca, sarebbe stato eccessivo. Inoltre Guatelli si prese alcune libertà di troppo nell’interpretare il marchingegno, che probabilmente era solo un ingranaggio moltiplicatore. Non esiste nessun modo per immettere un input nella macchina, nè ci sono numeri sulle rotelle nel manoscritto: se è una calcolatrice è piuttosto incompleta. Tuttavia, se questo oggetto è facilmente convertibile in una calcolatrice, dimostra che Leonardo Da Vinci è stato dannatamente vicino a inventare la prima macchina capace di calcolare. Forse troppo anche per lui.

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Nel video che segue potrete vedere una ricostruzione dell'”automobile” di Leonardo:

 

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