La “Roma Sparita” di Ettore Roesler Franz

Alla scoperta di una “Roma che non c’è più” attraverso gli acquerelli di Ettore Roesler Franz.

“La collezione dovrebbe essere posta in una sala speciale con una grande carta topografica della vecchia Roma in cui io darei indicazioni dei luoghi dove sono stati ripresi i quadri e questo faciliterebbe gli studiosi delle future generazioni nel capire quale era l’aspetto di Roma prima dei presenti mutamenti”.

Così immaginava Ettore Roesler Franz l’esposizione dei suoi acquerelli, che hanno immortalato per sempre parti di una Roma che di lì a pochi anni sarebbe sparita o comunque molto cambiata come conseguenza delle necessarie incombenze della modernità.

Tra il 1878 e il 1896 il noto pittore romano si dedicò a quello che fu il suo più importante lavoro, intitolato da lui stesso “Roma pittoresca/Memorie di un’era che passa”: tre serie da 40 acquerelli ciascuno per un totale di 120 opere sono l’unica testimonianza visiva di Roma all’indomani dell’Unità d’Italia e del suo nuovo ruolo di Capitale.


Uomo cosmopolita e poliglotta, Franz utilizzò certamente la pittura come mezzo espressivo ma anche come vero e proprio documento storico, per tramandare ai posteri immagini della città antica, conscio che enormi cambiamenti erano in atto, come anche in altri centri. Sono infatti gli anni in cui le grandi capitali europee come Londra, Berlino, Vienna, Parigi si trasformarono, andando a configurarsi come possiamo vederle ancora oggi. Grandi viali presero il posto delle piccole e tortuose strade; piazze magniloquenti si sostituirono agli intimi slarghi tra i palazzi; nuovi edifici volti alla modernità e un nuovo modo di concepire la società, sempre più industrializzata, fecero quindi completamente sparire antichi mestieri e stili di vita.

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La tecnica dell’acquerello, padroneggiata da Franz come da nessun altro, rende perfettamente le atmosfere e le luci della vecchia Roma, potendo conferire una reale trasparenza al cielo così come all’acqua. E’ il Tevere infatti uno dei protagonisti assoluti dei paesaggi del pittore, volto a cogliere la vita che scorreva lungo le sue rive: è di questi anni infatti il progetto di costruzione degli argini e dei lungotevere, che modificò radicalmente l’assetto viario della città. Ma anche le tremende e frequenti piene del fiume sono oggetto di interesse da parte dell’artista che ci tramanda come i romani del tempo fossero abituati – e quasi rassegnati – alle conseguenze naturali delle sue inondazioni.

In un periodo in cui ancora la tecnica dell’acquerello non era considerata alla stregua delle altre, Franz ne divenne l’emblema: acquistava tutti i materiali da lavoro in Inghilterra e prima di effettuare la stesura definitiva, riproduceva i suoi soggetti con diverse angolazioni – spesso anche con l’ausilio della fotografia che praticava in maniera egregia – per analizzare ogni particolare architettonico, così come la vita quotidiana. Tutto era riprodotto in modo assai realistico e dettagliato, vivacizzando le scene con l’inserimento di popolani intenti a lavorare, camminare e chiacchierare.

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Di notevole pregio nell’opera di Franz è la resa dei colori della città nelle diverse ore del giorno e nello scorrere delle stagioni: si alternano quadri con le rosee luci dell’alba a scene sotto la pioggia battente. Anche le inquadrature variano di volta in volta: alcuni soggetti sono rappresentati quasi in primo piano come se il pittore fosse a pochi passi da loro, tanto da poterne cogliere quasi ogni singola minuzia, mentre in altre prevale l’ampio respiro del vedutista, che vuole cogliere più l’effetto d’insieme che il singolo particolare.

La prima serie di acquerelli venne acquistata dal comune di Roma nel 1883 per essere esposta in Campidoglio, mentre si dovrà aspettare il 1908 – un anno dopo la morte di Roesler Franz – per l’acquisizione dei restanti 80 acquerelli. Le tre serie oggi sono esposte a rotazione nel Museo di Roma in Trastevere, sebbene gli acquerelli attualmente visibili siano solo 119; un acquerello – quello raffigurante “Palazzo Mattei alla Lungaretta” – fu invece smarrito a Colonia nel 1966 durante una mostra itinerante.

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Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale

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Bibliografia

Pier Andrea DE ROSA e Paolo Emilio TRASTULLI, Roma Sparita e Dintorni negli acquarelli di Ettore Roesler Franz, Newton Compton Editori, Roma. Prima edizione Ottobre 1994.
Ristampa di Livio JANNATTONI, Roma Sparita negli acquarelli di Ettore Roesler Franz: un racconto affascinante di immagini e di parole ritrova gli angoli più suggestivi della città scomparsa attraverso la raccolta completa dei dipinti del suo ultimo testimone. Newton Compton, Roma, 2013.

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