Johann Heinrich Füssli: il pittore ufficiale del diavolo

di Laura Corchia

Amava definirsi “il pittore ufficiale del diavolo”. Johann Heinrich Füssli nacque a Zurigo nel 1741 e nella città svizzera trascorse infanzia e la prima giovinezza.

Formatosi da autodidatta, fu anche scrittore e critico d’arte. Uomo colto e raffinato, amò riprodurre nelle sue opere scene tratte dai testi letterari. Soprattutto il teatro fornì all’artista moltissimi spunti per i suoi disegni. Incline al fantastico, i suoi dipinti si caratterizzano per i significati  morali e filosofici che lo porteranno ad elaborare l’estetica del sublime (intesa come bellezza del pensiero, piacere intellettuale, astratto).

Johann Heinrich Füssli, Incubo, 1781
Johann Heinrich Füssli, Incubo, 1781


Dopo un viaggio a Londra, compiuto nel 1763, Füssli giunse in Italia, dove si dedicò al disegno delle rovine romane e delle statue e delle pitture di Pompei. Questo viaggio gli consentì, tra l’altro, di ammirare le opere del Rinascimento e di Michelangelo in particolar modo.

Nel 1779 fece ritorno a Londra, città che era in pieno fermento culturale e che gli consentì di ottenere una cattedra alla Royal Academy.

La sua pittura, densa di pathos e di suggestioni, si ispira all’antichità classica ma la rielabora, inserendola in atmosfere magiche e surreali. Füssli si inoltra nel labirinto delle passioni, rendendole in modo fortemente intellettualistico e teatrale. Le sue atmosfere fredde ed inquietanti non lasciano impassibile lo spettatore, che si sente emotivamente schiacciato dalla scena che ha davanti. I suoi colori erano spesso applicati sotto forma di polvere, ancora secca, che veniva mischiata, in punta di pennello, con olio, trementina e oro, senza badare alla quantità ma puntando solo al risultato finale.

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Scrive Jonathan Knowles: «Füssli aveva un’estesa conoscenza della letteratura e della poesia inglesi; poche persone ricordavano meglio di lui i testi di Chaucer, Spenser, Shakespeare, Milton e Dryden o ne comprendevano meglio le opere. Era un profondo conoscitore di Shakespeare e Milton, i cui meriti aveva cominciato a conoscere nella giovinezza sulle traduzioni tedesche delle opere teatrali di Shakespeare fatte dal suo tutore Bodmer, che era un buon conoscitore della poesia inglese e che in seguito diede una traduzione del Paradise Lost. Nonostante la sua predilezione per gli antichi, e specialmente per Omero, Fuseli considerava i primi tre atti dell’Amleto e il secondo libro del Paradise Lost come i voli più alti dell’ngegno umano. […] Tra i poeti moderni il suo preferito era Lord Byron, di cui leggeva sempre con avidità le opere non appena erano pubblicate. Sollecitato a leggere le opere di scrittori in versi ammirati unicamente per la bellezza della lingua e la facilità del verseggiare esclamava: “Non ne ho il tempo, perché ancora non conosco tutte le parole di Shakespeare e di Milton”. Era versato anche nelle opere dei poeti stranieri; ma tra questi il suo preferito era Dante, in quanto le sue immagini facevano la più profonda impressione sulla sua mente e offrivano molti soggetti al suo pennello temerario».

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Johann Heinrich Füssli, L'incubo, 1871
Johann Heinrich Füssli, L’incubo, 1871

Tra le sue opere più note vi è L’incubo, realizzato nel 1781. L’artista ha dipinto diverse versioni dell’opera, nelle quali però compare sempre il medesimo soggetto: una giovane donna addormentata e sovrastata da un mostro. Dalla testa dello sfondo si affaccia una testa di cavallo. La posizione della fanciulla dormiente e innaturale e scomposta e il volto è turbato dal forte travaglio interiore. Le braccia e la testa sono abbandonate, totalmente avvinte da ciò che sta sognando e che si materializza sopra di lei. L’incubo è rappresentato sotto forma di bestia: il ghigno feroce e beffardo, la folta peluria, le orecchie appuntite, la gobba.

Johann Heinrich Füssli, Silenzio, 1801
Johann Heinrich Füssli, Silenzio, 1801

Il mondo demoniaco di Füssli è una critica alla società contemporanea, dominata da falsità e corruzione. Le streghe e i demoni che compaiono nelle sue opere indossano abiti e gioielli dell’aristocrazia, in quel periodo dedita per moda alle pratiche esoteriche e occulte. Füssli si dimostra così un artista quanto mai attuale, intento a scardinare credenze e superstizioni di una società che si mostrava in tutta la sua mostruosità.

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