Il Mausoleo di Galla Placidia: sfavillante splendore di epoca bizantina

di Laura Corchia

Con la sua piccola e compatta mole, il Mausoleo di Galla Placidia rappresenta un raffinato esempio di arte bizantina.

Situato a poca distanza dalla basilica di San Vitale, fu commissionato dall’imperatrice Galla Placidia dopo il 425 a. C. Secondo la tradizione, fu costruito come mausoleo di famiglia, ma le fonti ci dicono che l’imperatrice fu in realtà sepolta a Roma nel 450.

Una leggenda narra che fu imbalsamata e il suo corpo fu riposto in un sarcofago nel mausoleo. Per più di un millennio, le spoglie furono visibili attraverso una feritoia, finché un giorno, nel 1577, un distratto visitatore avvicinò troppo una torcia alle vesti dell’imperatrice, mandando tutto a fuoco.

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Il piccolo edificio presenta una pianta irregolare a croce latina. La cupola è celata da un tiburio a base quadrata e tutta la cortina muraria è rivestita in laterizio. I quattro bracci hanno una copertura a tetto a due spioventi. Sulla sommità è posta una pigna, mentre il portale d’ingresso è decorato da un fregio raffigurante due felini che si affrontano ai lati di un cratere a volute, tra rami di vigna carichi di grappoli d’uva.

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Varcando l’ingresso ci si trova di fronte ad una sorprendente decorazione a mosaico che ricopre le pareti e che si sviluppa al di sopra della cornice marmorea. La luce che filtra timidamente attraverso le lastre d’alabastro delle finestre ravviva la grande croce aurea che campeggia al centro della cupola, in un cielo azzurro dove le stelle si dispongono su cerchi concentrici e dove i simboli degli evangelisti si elevano fra le nuvole. Nei lunettoni sottostanti sono raffigurati gli apostoli, i cui corpi sono avvolti da candide tuniche.

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Le lunette poste alle estremità dei bracci mostrano un’iconografia più complessa, con un’ambientazione di gusto naturalistico. Sopra l’ingresso appare Cristo nel ruolo del Buon Pastore: è raffigurato con una tunica d’oro, un manto porpora e impugna una croce in sostituzione del tipico bastone ricurvo. Ai suoi lati, il mosaicista, probabilmente di origini costantinopolitane, ha rappresentato gruppi di pecore, il cui vello è reso con forte adesione alla realtà.

Ravenna era divenuta capitale nel 402, per volere dell’imperatore Onorio. La piccola città ebbe allora una veste architettonica degna del nuovo ruolo. Furono costruiti diversi edifici di culto, come il battistero degli Ortodossi e la chiesa di San Giovanni Evangelista.

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