Gentile da Fabriano: lo splendore cortese

di Laura Corchia

Nato a Fabriano intorno al 1370, Gentile di Nicolò di Giovanni si formò probabilmente in ambito lombardo, dove entrò in contatto con la cultura gotica internazionale ed ebbe modo di farsi apprezzare per le straordinarie capacità pittoriche.

Tipica figura di artista itinerante, soggiornò a Milano, Venezia, Brescia, Roma, Siena e Firenze, presso le principali corti che se lo contendevano a suon di denari e privilegi.

La sua pittura poetica e fiabesca si caratterizza per la linea fluida e per la straordinaria capacità di descrivere le qualità epidermiche del mondo reale: fiori, frutti, animali, armature, bardature, abiti, figure. Il suo pennello indugia sui dettagli, avvolgendo tutta la composizione con suggestivi effetti luminosi.

Gentile da Fabriano. Polittico di Valle Romita, 1410-1412.
Gentile da Fabriano. Polittico di Valle Romita, 1410-1412.


Documentato a Venezia nel 1408, eseguì il Polittico di Valle Romita, raffigurante l’Incoronazione della Vergine  tra i santi Francesco, Girolamo, Domenico, Maria Maddalena, Pietro Martire e, nell’ordine superiore, alcuni episodi tratti dalla loro vita. L’opera mostra la piena adesione dell’artista allo stile gotico-internazionale. Nello scomparto centrale gli angeli musicanti, poggianti su un piano incurvato che raffigura l’Empireo, sono dipinti sopra la foglia d’oro, attraverso la sovrapposizione di lacche traslucide poi graffite. La tavola, ricca di punzonature e graffiture, rivela preziosità simili ad un oggetto d’oreficeria.

Leggi anche  "Mondo splendido": una poesia di Hermann Hesse
Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423
Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423

Al 1423 risale la sua opera più nota e riuscita: l’ Adorazione dei Magi. Si tratta di una tempera su tavola commissionatagli da Palla Strozzi, uno dei più ricchi mercanti fiorenti. Racchiusa in una preziosissima cornice lignea, raffigura i Magi che rendono omaggio a Gesù, mentre sulla predella sono dipinte la Natività, la Fuga in Egitto e la Presentazione al Tempio. I Magi sono raffigurati due volte: la prima, in lontananza, mentre sono alla testa di un lungo corteo e, la seconda, in primo piano. I personaggi sono dipinti con estrema minuzia. Soprattutto i Magi indossano preziosissimi abiti in broccato trapunto d’oro, mentre sulla testa di cavalieri e falconieri svettano copricapi adorni di ricami variopinti. La stessa meticolosa attenzione è impiegata per il paesaggio, al punto che alberi e siepi sono descritti con la cura analitica del botanico. Gentile indugia nella rappresentazione dei finimenti dei cavalli, degli accessori, degli animali e dei ciottoli polverosi del sentiero che calpestano.

Chiamato a Roma ad affrescare la Basilica di san Giovanni in Laterano, fu colto dalla morte nel 1427. Finiva così la vita di Gentile da Fabriano e, con essa, gli ultimi guizzi del mondo cortese, con le sue fiabe figurate e i suoi poemi cavallereschi. Nel frattempo, una nuova stagione si era affacciata nel panorama artistico: il Rinascimento.

Leggi anche  Pisanello, ultimo poeta di corte ai bagliori del Rinascimento

 

RIPRODUZIONE RISERVATA