L’arte alla corte di Rodolfo: Spranger e i pittori rudolfini

di Selenia De Michele

Nel 1590 al castello di Praga Bartholomeus Spranger  è al vertice della sua arte e del suo prestigio. Per due decenni ancora egli dominera’ uno dei focolai più attivi del manierismo internazionale e far sentire ovunque la sua influenza.
Spranger nasce ad Anversa nel 1546 da una famiglia di mercanti ed ebbe la prima significativa formazione presso Cornelis van Dalem da cui apprese il tipo di paesaggio in cui divenne maestro. La prima opera che conosciamo porta la data del 1569 tuttavia la sua avventura in ambito artistico comincia a Parma dove il vecchio Bernardino Gatti ingaggia l’artista, appena giunto da Milano dopo un soggiorno infruttuoso a Parigi e Lione. Iniziato ben presto alla tecnica dell’affresco il suo linguaggio si formera’ a contatto con il lirismo pittorico del Correggio. Accolto sotto la protezione dei Farnese entra a far parte dell’equipe di Caprarola. Immerso nell’ambiente degli Zuccari si mette a costruire composizioni equilibrate con un gran numero di personaggi solennemente drappeggiati in larghi mantelli. I soggiorni a Milano, Firenze e Roma e la complessita’ della sua cultura italiana si riveleranno pienamente nelle opere del periodo praghese. Quando nel 1575 Spranger parte per Vienna in compagnia di Hans Mont le sue esperienze si sono arricchite della conoscenza con il Giambologna grazie al quale si accosta alle creazioni di Michelangelo. Durante tutta la sua carriera del resto egli manterrà sempre stretti rapporti on gli scultori e modella potentemente le sue figure che dimostrano un evidente vigore scultoreo.

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Quando nel 1576 muore Massimiliano, Rodolfo che gli succede, non presta alcuna attenzione ai giovani artisti che il Giambologna gli ha raccomandato. Hans Mont, stancatosi abbandona la corte per recarsi a Costantinopoli dove si perdono le sue tracce; Spranger era sul punto di seguirne le orme quando nel 1580 viene chiamato a Praga. Lo Hradschin costituiva gia’ un importante centro di cultura dominato dalla figura di Arcimboldi, legato alla corte austriaca fin dal 1562. Gli espedienti di Arcimboldi rispondevano egregiamente al gusto dei sovrani e dignitari tedeschi smaniosi di accumulare ed inventariare nelle loro gallerie d’arte ogni sorta di oggetti sia naturali che artificiali. Rodolfo si circondava di orologiai, orafi, fabbricanti di automi, di botanici ma anche i astronomi, astrologhi ed alchimisti. A questa schiera di studiosi si aggiunge anche Spranger. Questi negli anni viennesi aveva gi maturato un proprio stile e il dipinto di “Mercurio che conduce Psyche davanti al consesso degli dei” manifesta la tendenza ad abbandonare le costruzioni monumentali preferendo formati di dimensioni minori. Le esigenze dell’imperatore sono ancora più precise: egli infatti predilige piccoli quadri di soggetto mitologico e di ispirazione erotica di cui l’artista continuera’ a mutare la formula. Tra questi il famoso ciclo di cinque quadri che rievocano, sulla traccia di Ovidio, degli amori infelici era forse destinato ala decorazione di una stanza della Hradschin analoga allo studiolo dei Medici. Il complesso gioco delle figure serpentine che si allacciano o si cercano, immerse nell’atmosfera vellutata dei baldacchini dai pesanti tendaggi o smarrite in paesaggi indefiniti dai toni rosei ed azzurrini, rivela un’insuperabile maestria.
Intanto Rodolfo prende i contatti anche con altri artisti e riesce, non senza sforzi, nel 1592 a legare a sé Hans Van Aachen formatosi anche egli in Italia e in particolare a Venezia, Firenze e Roma. A Praga egli si dedica a composizioni allegoriche e mitologiche, variando i generi ed oscillando da un’influenza all’altra con una duttilità stupefacente. . Un anno prima di Aachen era stato chiamato come pittore di corte Joseph Heintz che si era formato alla scuola di Hans Holbein il Giovane. Nell’ultimo decennio del secolo i tre maestri si trovano riuniti a Praga: è allora che l’arte della corte di Rodolfo assume il suo carattere particolare sia per i contatti che vengono a stabilirsi tra gli artisti e i confronti che essi operano tra le loro diverse culture, sia per gli stretti rapporti che essi manterranno con Adrien de Vries, l’allievo del Giambologna sia con gli orafi ed incisori incaricati della diffusione delle opere. Sicuramente Spranger resta il capofila. E’ questa l’epoca dell’”Adamo ed Eva” e di “Venere e Adone” opera imperniata sul corpo sinuoso della dea, permeato di un erotismo gelido, i cui drappeggi, pieni di riflessi, tradiscono una sensibilita’ nuova formatasi a contatto con Hans van Aachen. Sempre a questo periodo risalgono le grandi composizioni allegoriche come il “Trionfo della Saggezza” il cui corpo scultoreo, modellato da una corazza dai riflessi azzurrini, rivela nella gamma dei chiaroscuri l’influsso di Van Aachen e di Heintz.
Quando Rodolfo muore nel 1612, poco dopo Heintz (1609) e Spranger (1611) e al trono gli succede Mattia la corte si spopola subito: pittori, scultori, scienziati, astrologhi ed orafi che l’avevano animata per oltre un quarto di secolo si disperdono. Solo Van Aachen viene confermato nel ruolo di ritrattista ufficiale, ma tre anni dopo anch’egli si spegne. Insieme a Rodolfo tramonta tutta un’epoca.

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