Walter Richard Sickert: il pittore sospettato di essere Jack lo Squartatore

Di Laura Corchia

Pennellate ampie e piatte delineano un ambiente spoglio e disadorno. Una figura, seduta in un angolo della stanza, ha il volto corrucciato, gli occhi scavati, le sopracciglia inclinate. Lo specchio riflette l’ambiente circostante: una camera da letto dove sembra aleggiare il mistero, l’inquietudine, la morte.

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Questo è lo stile essenziale di Walter Richard Sickert, pittore post-impressionista inglese vissuto in quella Londra di fine Ottocento scossa dai cinque delitti efferati che recavano la firma di un tal “Jack The Ripper”. Le vittime, tutte prostitute, vennero sgozzate fino a morire dissanguate per mano di un serial killer spietato.

Come un vero e proprio cold case, a distanza di anni è stata avanzata una ipotesi che porterebbe a Walter Richard Sickert. Il nome del pittore è stato avanzato da Patricia Cornwell, autrice del romanzo dal titolo Ritratto di un assassino. La scrittrice, per poter condurre ricerche approfondite e per avvalorare la sua ipotesi, è giunta addirittura ad acquistare la scrivania di Sickert e ben 32 opere. Sebbene non sia riuscita a trovare prove schiaccianti, alcune vicende biografiche sembrerebbero stranamente coincidere con quelle dello Squartatore.

Nato nel 1860, Sickert sin da piccolo era affetto da problemi psicologici derivanti in parte dall’ingombrante figura paterna. Oswald Adalbert Sickert era infatti un uomo ricco e talentuso. Probabilemente, il figlio vedeva nel padre un modello irraggiungibile e questo gli causava un’ansia profonda, nonostante il carattere vivace e i buoni risultati ottenuti negli studi. Tuttavia, aveva anche un carattere litigioso e a fatica sopportava ordini e disciplina. Una malformazione agli organi genitali lo costrinse a sottoporsi a ripetuti interventi chirurgici e a lunghe degenze in ospedale. Sterile a causa della malattia, Sickert andò a vivere in un appartamento a Mornington Crescent, il quartiere in cui avvennero gli omicidi. Secondo la padrona di casa, nello stesso appartamento abitava anche Jack lo Squartatore.

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Altri indizi di colpevolezza emergono dalle opere stesse di Sickert, da sempre affascinato dal senso dell’orrido e della violenza. Le iconografie dell’artista mostrano donne seviziate, maltrattate e uccise, persone bollite vive in grossi pentoloni, braccia mutilate, teste decapitate e aguzzini sorridenti.

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Patricia Cornwell, inoltre, ha rilevato una forte somiglianza tra un disegno di Sickert – Due studi della testa di una donna di Venezia – e una fotografia di Mary Ann Nichols, vittima di Jack, scattata nella camera mortuaria. Nel bozzetto disegnato dall’artista, la figura ha occhi fissi, immobili, congelati come da una morte improvvisa. All’altezza della gola scorre una linea che potrebbe indicare il taglio dell’assassino. L’autopsia rivelò infatti che Mary Ann fu uccisa da un profondissimo taglio che recise quasi tutto il collo, fino ad arrivare alle vertebre.

Un dipinto eseguito nell’estate del 1906 mostra una donna distesa su un letto in ferro. Ad incuriosire è il titolo: Notte d’estate. Ebbene, l’omicidio della sventurata prostituta avvenne proprio in estate.

Inoltre, c’è un altro aspetto che porta a riflettere: le fotografie delle vittime non erano accessibili al pubblico. Il cadavere di Mary Ann poteva essere visto o nella camera mortuaria, coperto fino al collo da un lenzuolo, o sulla scena del crimine.

Analizzando l’epistolario di Jack lo Squartatore balzano immediatamente agli occhi atri indizi che ricondurrebbero a Sickert. L’assassino, infatti, era solito tempestare di lettere ironiche e autocelebrative i commissari di polizia. Stranamente, queste missive erano scritte su fogli da disegno e spesso recavano schizzi e bozzetti che rivelavano una certa abilità artistica. Nella prima lettera si legge:

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«25 Set. 1888.
Caro Direttore, sento spesso dire che la polizia mi ha catturato, ma non mi fermeranno ancora. Ho riso assai quando si mostrano così abili e dicono di essere sulla pista giusta. Quella barzelletta sul Grembiule di Cuoio mi ha veramente divertito. Mi sono fissato con le prostitute e non smetterò di squartarle finché non sarò preso. L’ultima volta è stato proprio un magnifico lavoro. Non ho dato alla signora neanche il tempo di strillare. Come possono prendermi ora. Amo il mio lavoro e voglio ricominciare di nuovo. Presto sentirete ancora parlare di me e dei miei divertenti giochetti. Ho conservato un po’ della sostanza rossa dall’ultimo lavoro in una bottiglia di birra per scrivere, ma è diventata dura come colla e non posso usarla. L’inchiostro rosso va bene lo stesso spero ah. ah. Al prossimo lavoro strapperò le orecchie della signora e le manderò alla polizia, giusto per scherzo, già. Non diffondete questa lettera finché non avrò fatto un altro po’ di lavoro, poi pubblicatela. Il mio coltello è così bello e affilato che mi viene voglia di rimettermi al lavoro subito se ne ho la possibilità. Buona fortuna.
Sinceramente vostro
Jack lo Squartatore
Non vi dispiacerà che mi dia un nome d’arte
P.S. Non sono stato abbastanza bravo da spedire questa prima di sporcarmi tutte le mani di inchiostro rosso, maledizione. Non sono fortunato. Adesso dicono che sono un dottore. ah. ah. »

Inizialmente, la lettera venne ritenuta un falso, ma quando fu scoperto il cadavere di Chaterine Eddowes, il 30 settembre, con un orecchio strappato, ci si ricordò della promessa contenuta nella lettera. Nel frattempo, era stata ricevuta anche un’altra cartolina:

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«Non stavo scherzando caro vecchio Direttore quando vi ho dato il suggerimento, sentirete parlare del lavoro del dispettoso Jacky domani doppio evento questa volta numero uno ha strillato un po’ non ho potuto finire per bene. Non ho avuto il tempo di strappare le orecchie per la polizia grazie per non aver pubblicato l’ultima lettera finché non fossi tornato al lavoro. -Jack lo Squartatore ».

Ma la più inquietante fu l’ultima, che reca la famosa intestazione From Hell, “dall’inferno”:

« Dall’inferno.
Mr Lusk,
Signore
vi mando metà del rene che ho preso da una donna l’ho conservato per voi l’altro pezzo l’ho fritto e l’ho mangiato era molto buono. Potrei mandarvi il coltello insanguinato con cui l’ho tolto se solo aspettate ancora un po’
firmato
Prendetemi se ci riuscite Signor Lusk ». 

La lettera "From Hell"
La lettera “From Hell”

Anche il pittore inglese amava molto scrivere messaggi ad amici e conoscenti. Un’ulteriore coincidenza sembrerebbe incastrare il pittore: i timbri postali. Le lettere risultano spedite tra il 20 ottobre e il 20 novembre 1898, periodo in cui Sickert era a Londra per partecipare a una esposizione.

L’identità di Jack lo Squartatore è tuttora avvolta da una spessa coltre di mistero ma altrettanto enigmatica è la figura di questo pittore, afflitto da un profondo disagio interiore e attratto da un gusto per l’horror che risveglia indizi e sospetti.

 

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