Tesori di Napoli: la Reale Cappella del tesoro di San Gennaro

di Fabio Strazzullo

Opera dell’architetto Francesco Grimaldi (1543-1613). La cappella venne iniziata nel 1608 dopo un voto da parte della popolazione napoletana in conclusione della peste del ‘500.

Cappella di San Gennaro a Napoli

Essa è molto interessante anche dal punto di vista planimetrico, poiché le intenzioni di Grimaldi non sono chiaramente riconoscibili, anche perché la cappella venne poi rimaneggiata con varie aggiunte come i busti reliquari in argento.

cappella pianta

A prima vista, la pianta della cappella è a croce greca, ma si tratta di un ottagono con lati lunghi e brevi alternati. Un presbiterio quasi quadrato e tre ambienti in corrispondenza dei due lati e dell’ingresso. Ciò induce a leggerla come a pianta a croce greca. Cosa interessante è la presenza di piloni obliqui, memori del progetto in San Pietro in Vaticano e lastri obliqui anche se trattati in maniera diversa da quelli bramanteschi a San Pietro. Alto tamburo traforato da finestre, caratterizzato da un sistema binato e l’alta cupola che sormonta lo spazio centrale. Elementi caratterizzanti sono piloni e cupola. I primi sono tagliati in diagonale, corinzi, con pianta quadrata e orientati secondo i bracci perpendicolari alla croce. Non ci sono più paraste, ma la tridimensionalità del pilastro quadrato. Si nota la bellezza dell’ordine architettonico intagliato dallo stesso Grimaldi e che ci dà l’idea della sua maestria, specie sui piloni tagliati da balconi.

Leggi anche  Eugenio Montale: "La casa dei doganieri"

Cappella_di_s._gennaro,_busti_argentei_dei_patroni_di_napoli

Sotto c’è una sorta di tabernacolo a cui si sovrappone un balcone con balaustra. I balconi sui quattro piloni sembrerebbero rompere il profilo dei pilastri. Quindi, è un edificio a pianta centrale, che dimostra la ricezione anche a Napoli del modello della Basilica Vaticana quasi imprescindibile per architetture religiose. Diciamo, infine che la scelta dei piloni in San Pietro, nel momento in cui si vuole santificare il Santo Patrono di Napoli, è quasi come voler stabilire un parallelismo tra la pianta centrale di San Pietro e questo nuovo corpo aggiunto al Duomo di Napoli.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Ti è piaciuto? Unisciti al nostro canale Telegram per ricevere tanti contenuti in esclusiva!