Suzanne Valadon: “la figlia della tempesta”

di Laura Corchia

Ho avuto grandi maestri, da cui ho preso il meglio, ovvero i loro insegnamenti, i loro esempi. Ho trovato me stessa, ho creato me stessa e ho detto ciò che avevo da dire.

(Suzanne Valadon)

Suzanne era splendida. Il suo ovale perfetto si accompagnava a occhi di un blu intenso e ad una pelle di porcellana. Il suo fascino era fatto di giovinezza e di sensualità, il suo carattere si faceva notare per l’anticonformismo con cui affrontava l’esistenza. Non si sapeva da dove venisse esattamente, diceva a tutti di essere nata a Bessines-sur-Gartempe il 6 giugno del 1867, e raccontava spesso, forse per rendere misteriose le sue umili origini, di essere stata abbandonata ancora in fasce difronte alla cattedrale di Limoges.

Suzanne Valadon - Autoritratto
Suzanne Valadon – Autoritratto

In realtà, Marie-Clémentine Valadon, conosciuta dai più con il nome di Suzanne Valadon, naque il 23 settembre del 1865, dalla relazione che la madre Magdelaine Valadon, una cucitrice rimasta vedova, ebbe con uno sconosciuto.

La piccola fu inizialmente affidata alle cure di alcuni parenti, poi con la madre si stabilì a Parigi nel quartiere di Montmartre, all’epoca un sobborgo rurale che offriva però diversi stimoli culturali.

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Per poter portare il pane a casa, Marie si impegnò in umili lavori quali pasticcera, sarta, fiorista, fin quando, a quindici anni, piena di entusiasmo si unì ad un circo iniziando a fare l’acrobata cavallerizza. Costretta ad abbandonare il circo Fernando a causa di una brutta caduta, a quindici anni cominciò a posare per alcuni artisti e, suo malgrado, a scaldare anche i loro letti.

Toulouse LAUTREC, Ritratto di Suzanne Valadon
Toulouse LAUTREC, Ritratto di Suzanne Valadon

Henri de Toulouse-Lautrec ne schizzò il volto e le chiome ramate e, tra un disegno e l’altro, la ribattezzò con l’appellativo di “Susanna e i vecchioni”, nato dal fatto che la giovane, posando nuda per i suoi anziani “amanti-artisti”, evocava l’episodio biblico, poi divenuto ricorrente tema iconografico.

Proprio Lautrec e Renoir la incoraggiarono a sviluppare da autodidatta la propria passione creativa. Auguste, poi, oltre che nuda nelle “Bagnanti” e la immortalo’ mentre ballava con il pittore Lothe in “La danza in città”.

Suzanne Valadon, Le due bagnanti, 1923
Suzanne Valadon, Le due bagnanti, 1923

Tra tutti gli artisti, Degas fu quello che la accompagnò maggiormente nel suo percorso artistico, nutrendo per lei una profonda stima e una grande ammirazione. Non smise mai di collezionare i disegni della “terribile Marie”, come lui amava chiamarla. Per Suzanne, Edgar Degas fu forse l’unica vera amicizia, e probabilmente incarnò, in parte, la figura paterna che fu totalmente assente nella vita della stessa pittrice.

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Proprio mentre muoveva i suoi primi passi nel mondo dell’arte, Suzanne si ritrovò incinta di un bambino di padre incerto. Fu battezzato con il nome di Maurice e per tutti divenne poi il pittore schizofrenico noto come Utrillo (dal cognome dell’uomo che ne assunse la paternità). Mauricerimase sempre al primo posto nei pensieri di Suzanne, la quale nel 1896 accettò addirittura di sposarsi con Paul Mousis, il quale fu in grado di garantire il sostentamento le cure di cui Maurice, che aveva problemi psichici uniti alla dipendenza da alcool. Fu proprio per aiutare il figlio a superare i suoi problemi che Suzanne si trasferì con lui in campagna e lo avviò alla pittura, salvandolo anche nel 1924, quando Maurice tentò il suicidio.

Suzanne Valadon, Tre ballerine, 1916
Suzanne Valadon, Tre ballerine, 1916

I primi soggetti che Suzanne iniziò a dipingere sulle sue tele erano animali come gatti, cani e cavalli, con le cui raffigurazioni la pittrice iniziò ad esercitarsi fin da giovanissima, ai tempi dell’esperienza circense, dimostrandosi, sin dagli esordi, una perfezionista, riuscendo infatti a lavorare anche parecchi anni su una tela, prima di portarla a termine.

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Le sue opere ben presto dimostrarono un percorso autonomo, sebbene influenzato da Degas, da Gauguin e dalla scuola di Pont-Aven. A differenza degli Impressionisti, però, i suoi soggetti prediletti non erano presi dallo scintillio della vita borghese, ma la cura quotidiana e gli affetti domestici.

Suzanne si dedicò anche alla pittura di paesaggio e ai nudi femminili espressi attraverso forme floride e graziose, ma tesi anche a ricordare la caducità delle carni.

Suzanne Valadon, Nudi, 1919
Suzanne Valadon, Nudi, 1919

Come una spugna, Suzanne assorbiva gli stimoli più disparati, giungendo anche a seguire i Fauves e Matisse. Ciò è evidente in opere quali la Chambre bleue (1923), in cui tuttavia ritroviamo anche rimandi alle opere di Toulouse-Lautrec nella postura della donna e alle opere di Cézanne nella plasticità della figura.

Suzanne-Valadon-The-Blue-Room-1923
Suzanne-Valadon-The-Blue-Room-1923

La figlia della tempesta”, come lei stessa amava definirsi, , morì dipingendo all’età di settantatré anni. Coraggiosa sino alla fine, lasciò questo mondo nel 1938.

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