Storia di Simonetta Vespucci: la fanciulla amata e ritratta da Botticelli

Di Laura Corchia

O chiara stella, che co’ raggi tuoi
togli alle tue vicine stelle il lume,
perché splendi assai più del tuo costume?
Perché con Febo ancor contender vuoi?

Forse i belli occhi, quali ha tolti a noi
Morte crudel, ch’omai troppo presume,
accolti hai in te: adorna del lor lume,
il suo bel carro a Febo chieder puoi.

O questa o nuova stella che tu sia,
che di splendor novello adorni il cielo,
chiamata esaudi, o nume, e voti nostri:

leva dello splendor tuo tanto via,
che agli occhi, che han d’eterno pianto zelo,
sanza altra offension lieta ti mostri.

Così veniva ricordata Simonetta Vespucci da Lorenzo il Magnifico, quando a soli 23 anni si spense.

Simonetta Cattaneo Vespucci (Genova, 28 gennaio (?) 1453 – Firenze, 26 aprile 1476) fu una nobildonna del Rinascimento, amata da Giuliano de’ Medici, il fratello minore di Lorenzo il Magnifico. Ritenuta dai suoi contemporanei come una delle più belle donne viventi, emblema di grazia e bellezza, fu musa di diversi pittori.

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Simonetta proveniva da un nobile famiglia di origini genovesi e, una volta giunta a Firenze per sposare il banchiere Marco Vespucci, si fece notare per la sua straordinaria bellezza e per la grazia e la leggiadria dei suoi gesti. I fiorentini, vedendola passeggiare per le strade della città, la soprannominarono “la senza paragoni”. Immediatamente, artisti come Ghirlandaio, Botticelli e Piero di Cosimo fecero a gara per immortalarla nelle loro opere. In tutti i ritratti in cui compare, Simonetta ha fattezze delicate e gentili, capelli biondi adorni di perle e occhi persi e innamorati. Ma i suoi pensieri e il suo amore non erano rivolti al marito, bensì a Giuliano de’ Medici (1453-1476). Secondo le fonti, a Piazza Santa Croce si tenne un torneo e il premio in palio era un ritratto della bella Simonetta. Giuliano, preso da un amore perduto, vi partecipò e vinse. Quest’episodio fu narrato anche da Agnolo Poliziano, nel suo poemetto dal titolo “Stanza per la giostra di Giuliano de’ Medici”:

Ma come tutte le cose belle, la vita di Simonetta non era destinata a durare. Al pari di una fugace meteora, che attraversa un cielo carico di stelle, la fanciulla lasciò per sempre questa terra il 26 aprile 1476.

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Una leggenda molto romantica riguarda il dipinto La nascita di Venere del Botticelli. L’opera fu commissionata da Piero de’ Medici e la modella per la Venere era Simonetta. Alcuni sostengono che anche il cuore del pittore battesse per lei. Un amore mai dichiarato, ma espresso attraverso i numerosi ritratti. L’opera fu completata nove anni dopo la morte di Simonetta e Botticelli era ancora in grado di catturarne la bellezza attraverso il ricordo. Prima di morire, il pittore espresse un ultimo desiderio: riposare accanto a Simonetta.

I due sono addormentati in un sonno eterno, uno accanto all’altra, nella chiesa d’Ognissanti.

 

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