Raffaello: il ‘volto’ della borghesia

di Laura Corchia

Negli anni del soggiorno a Firenze, Raffaello si dedica anche al ritratto, un genere che a partire dalla seconda metà del Quattrocento aveva subìto delle forti trasformazioni. L’effigiato, infatti, non compariva più di profilo, come nelle antiche medaglie, ma era raffigurato con intenti più realistici, allo scopo di mettere in risalto l’opulenza e il fasto di una borghesia in costante crescita.

Ritratto di giovane con la mela
Ritratto di giovane con la mela

Erano stati i fiamminghi a imprimere una grossa svolta in tal senso, cercando di cogliere i lineamenti e le caratteristiche della persona ritratta. Sulla scia di Leonardo, che si era dimostrato attento a quei “moti dell’animo”, Raffaello scava a fondo nella psicologia del personaggio. Nel Ritratto di giovane con mela (1504), l’espressione decisa, la sottile bocca volitiva, riflettono il temperamento determinato del ragazzo, identificato con Francesco Maria della Rovere. Il giovane ha i capelli lisci castani ed è raffigurato di tre quarti con un elegante manto rosso, dal collo bordato di zibellino.

 

Raffaello ritrae ricchi borghesi come Maddalena e Agnolo Doni, in perfetta posa di fronte alla campagna toscana. I due dipinti sono ricordati da Vasari: «Dimorando, adunque in Fiorentia Agnolo Doni, il quale quanto era assegnato nell’altre cose tanto spendeva volentieri con più risparmio che poteva nelle cose di pittura e di scultura, delle quali si dilettava molto, gli fece fare il ritratto di sé e della sua donna in quella maniera che si veggiono appresso Giovanni Battista, suo figliolo, nella casa che detto Agnolo edificò bella e comodissima in Firenze nel corso de’ Tintori, appresso al canto degl’Alberti». Maddalena indossa un abito di seta con ampio scollo, bottoni e cintura d’oro, tre anelli, un prezioso pendente cesellato con smeraldo, rubino, zaffiro e una enorme perla. La figura, ispirata alla Gioconda di Leonardo, è resa con forme geometriche e armonie cromatiche ma, al posto dell’enigmatico sorriso della Monna Lisa, ha un aspetto arcigno e diffidente, evidente sintomo di un carattere non facile. Il marito, mercante di panni, collezionista di gemme e committente di Michelangelo, che gli aveva dipinto il Tondo Doni, è raffigurato con una elegante giubba rossa con corpetto nero, da cui spunta una inamidata camicia di pizzo. Lo sguardo è fiero e soddisfatto.

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Ritratto di Maddalena e Agnolo Doni

Uno dei ritratti più intriganti dipinti da Raffaello è senza dubbio quello che raffigura una Dama con Liocorno. Coperta da ridipinture che le avevano attribuito le fattezze di una Santa Caterina, questa giovane fanciulla non è stata identificata con certezza. Con ogni probabilità, si tratta di un ritratto nuziale, come dimostra la presenza del liocorno, animale fantastico simbolo di purezza e di fedeltà. Lo sguardo della dama è penetrante, la testa fiera tra le colonne di un palazzo signorile aperto sulla campagna. La tavolozza adoperata da Raffaello si serve di colori chiari e luminosi, quasi ad accompagnare la felice attesa di una giovane sposa.

Ritratto di dama con liocorno
Ritratto di dama con liocorno

E un’altra felice attesa è quella che permea il Ritratto di donna, soprannominato La gravida, inventariato nel casino mediceo a metà Seicento come «una donna in abito di serva con maniche rosse e cuffia in testa» e in uno successivo come «figura di Femina incinta vestita di rosso con rete in capo». Non conosciamo l’identità di questa giovane donna dal volto lieto e sereno, raffigurata mentre ha poggiata la mano sul ventre, a mostrare il frutto del suo grembo.

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La gravida
La gravida

Il Ritratto di donna (La muta) raffigura probabilmente Giovanna Feltria della Rovere. Anche questo magnifico ritratto risente delle novità leonardesche che, tuttavia, non riescono a sondare pienamente l’animo di questa donna, di cui si coglie solo un pizzico di tensione nelle mani curate.

La Muta
La Muta

 

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