Pierre-Auguste Renoir: il testamento delle “Bagnanti”

di Laura Corchia

Sfidando la malattia, Renoir dipinge le Bagnanti nell’arco dei suoi ultimi mesi di vita nella tenuta di Les Collettes a Cagnes, in Provenza. Il dipinto mette in scena un tema tradizionale e particolarmente caro all’artista, poiché gli permette di trattare il nudo en plein air. Secondo quanto riportato dal figlio Jean, Renoir considerava questo suo ultimo nudo monumentale un “traguardo” e “un buon trampolino per le ricerche future”.
Egli raffigura delle bagnanti sensuali e fuori dal tempo immerse in un Eden bagnato dalla luce. Renoir ha la convinzione profonda che la pittura sia “fatta per abbellire”, come dice a Bonnard.
Il quadro che raffigura Le bagnanti (1918-1919) è emblematico delle ricerche effettuate dall’artista alla fine della sua vita. Qui si celebra una natura senza tempo, da cui ogni riferimento al contemporaneo è bandito. Le Bagnanti sono da considerarsi il testamento pittorico di Renoir. A partire dal 1910, l’artista ritorna su uno dei suoi soggetti preferiti: la raffigurazione di nudi en plein air ai quali riserva quadri di grande formato. Renoir celebra in queste opere una natura atemporale, dalla quale è bandito ogni riferimento al mondo contemporaneo. Le bagnanti possono così essere considerate come il testamento pittorico di Renoir, che muore nel dicembre 1919. È proprio in quest’ottica che i suoi tre figli, tra i quali il cineasta Jean Renoir, hanno regalato il quadro allo Stato nel 1923.

Pierre Auguste Renoir. Bagnanti, 1918-1919
Pierre Auguste Renoir. Bagnanti, 1918-1919

Le due modelle distese in primo piano e le tre bagnanti che si intravedono giocare sullo sfondo della composizione hanno posato nel grande giardino piantato ad ulivi delle Collettes, dimora che il pittore possedeva a Cagnes-sur-Mer nel Sud della Francia. Il paesaggio mediterraneo si riallaccia alla tradizione classica dell’Italia a della Grecia, quando “la terra era il paradiso degli dei”. “Ecco quello che voglio dipingere”, era solito ripetere Renoir. Questa visione idilliaca è caratterizzata dalla sensualità dei modelli, la ricchezza dei colori e la pienezza delle forme.

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Le bagnanti devono molto ai nudi di Tiziano e di Rubens, tanto ammirati da Renoir. Esse traducono quella gioia di dipingere che, tuttavia, non è riuscita a sconfiggere né la malattia, né le sofferenze che il pittore ha dovuto patire alla fine della sua vita.

Una vita intera dedita alla ricerca dell’eterna bellezza, durata fino all’ultimo giorno di vita quando ormai il corpo devastato e le ossa deformate dall’artrite reumatoide lo inchiodarono alla sedia. Lui, il cavalletto e le sue veneri sognanti in una quiete atemporale. Si fece legare i pennelli alle dita rattrappite e perseguì l’ideale fino all’ultimo respiro. “Sto ancora facendo progressi” pronunciò la sera prima di morire. “Forse adesso incomincio a capire qualcosa”.

Fonte: Musée d’Orsay: Pierre-Auguste Renoir Le bagnanti

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