Marc Chagall e la splendida decorazione della cupola dell’Opéra Garnier di Parigi

di Laura Corchia

Commissionata a Marc Chagall negli anni Sessanta del Novecento su invito dell’amico André Malraux, allora Ministro degli Affari Culturali, la decorazione della cupola dell’Opéra Garnier di Parigi, rappresenta uno dei più grandi capolavori dell’artista bielorusso.

Il pittore vi ha raffigurato le opere di 14 compositori: Moussorgsky, Mozart, Wagner, Berlioz, Rameau,Debussy, Ravel, Stravinsky, Tchaikovsky, Adam, Bizet, Verdi, Beethoven e Gluck. Contrassegnate dall’inconfondibile stile di Chagall, le immagini si stagliano su un fondo bianco e nel loro complesso creano un’opera virtuosa, frutto di un gigantesco cantiere che fu oggetto di uno scandalo mediatico.  Il 23 settembre 1964, l’Opéra di Parigi festeggia in pompa magna l’inaugurazione del nuovo soffitto della Grande Salle: 220 metri quadri dipinti da Marc Chagall, il più francese dei pittori russi.  Il soffitto era stato realizzato nel più stretto riservo al fine di evitare sguardi troppo curiosi, ma il progetto viene scoperto e l’opera, ancora in cantiere, attira le ire dei critici del mondo dell’arte che gridano alla scandalo rilanciando l’eterna diatriba tra classico e moderno. L’immenso affresco vedrà comunque la luce grazie alla determinazione del Ministro e alla tenacia del pittore, ai tempi già settantasettenne.

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Marc Chagall è  un pittore visionario, con uno stile quasi “naif” e fanciullesco; le sue immagini sono costellate di capre accanto a violinisti, innamorati che volano, case sbilenche, scorci e prospettive ardite. Tutto ciò è accompagnato da un grande amore per la moglie Bella, evidente in tutte le sue opere.

La sua è un’arte fatta di bellezza e di grazia e nella decorazione del soffitto di questo teatro si può sentire la musica, la danza e la linfa vitale dell’arte mescolarsi per creare un mondo altro, divino e umano insieme,  in cui il genio e la tradizione si mescolano con il “surreale”.

Difficilmente si riesce a coniugare con tanta grazia un insieme di arti, come la danza, la musica e l’arte, ma Chagall ci è riuscito, con la sua passione per il colore che la bella Parigi gli aveva immediatamente suggerito, sussurrato in un orecchio.

Il risultato è  l’armonia dell’Universo che fa muovere oggetti e creature fondendoli insieme in uno spazio senza legge di gravità, senza limiti, senza peso.

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La decorazione del soffitto rievoca la Ruota della Vita, con le sue gioie e i suoi dolori, i suoi canti e le sue danze, le sue tragedie e le sue guerre, le sue rivincite e le sue rinascite.

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Ogni pannello corrisponde ad un artista, una sua opera, un soggetto e un colore. Nel pannello centrale, la “Carmen” di Bizet in rosso, accanto  “La Traviata” di Verdi dominata dal giallo, poi  Beethoven con il “Fidelio” resi in blu e verde e l’”Orfeo e Euridice” di Gluck in verde.

Andando verso l’esterno, nel pannello principale: Moussorgski con “Boris Godounov” in blu, “Il flauto magico” di Mozart in un celeste chiaro, “ Tristano e Isotta” di Wagner in sfumature di verde, come pure il “Romeo e Giulietta” di Berlioz, il bianco è’ dedicato ad un’opera di Rameau. Il viaggio tra arte, pittura, danza e lirica continua con Debussy “Pelleas e Melisanda” anche loro nel blu, mentre “Dafne e Cloe” di Ravel si svolge nel rosso, Tchaikovsky con  “Il Lago dei Cigni” e Adam con “Giselle” entrambi sono ambientati nel giallo dorato, mentre infine Stravinsky con “L’Uccello di Fuoco” è dominato dai colori rosso, verde e blu. Un insieme suggestivo, scenografico, di sicuro impatto emotivo e artistico.

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Gli stucchi dorati e le luminarie di cristallo creano un’atmosfera magica e sognante. Un canto d’amore e di dolore appassionato, un insieme struggente e, forse, solo un artista come Chagall poteva catturare le sfumature dell’animo umano nella narrazione artistica in un modo così spirituale e leggiadro, fatto di figure fluttuanti che abbracciano tutte le arti.

 

Il dipinto di Chagall in questo strepitoso video:

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