“L’oceano dei tuoi capelli”: lettera di Charles Baudelaire a Jeanne Duval

Screenshot_2015-08-30-22-07-39-1

Una grande gonna bianca e morbida come una nuvola, un busto imponente e scuri boccoli mori. Così Manet dipinge Jeanne Duval, ballerina e attrice francese di origine haitiana, amante del suo grande amico Charles Baudelaire. Il poeta la incontra nel 1842, una storia d’amore tempestosa che tra alti e bassi segna i successivi 20 anni della vita e delle poesie del poema maledetto. La sua “Padrona tra le padrone” o “Venere nera” ispirò molte sue poesie, come Il balconeIl profumo esotico e Il serpente che danza.

Lasciami respirare a lungo, a lungo, l’odore dei tuoi capelli. Affondarvi tutta la faccia, come un assetato nell’acqua di una sorgente, e agitarli con la mano come un fazzoletto odoroso, per scuotere dei ricordi nell’aria. Se tu sapessi tutto quello che vedo! tutto quello che sento! tutto quello che intendo nei tuoi capelli!
La mia anima viaggia sul profumo come l’anima degli altri viaggia sulla musica. I tuoi capelli contengono tutto un sogno, pieno di vele e di alberature: contengono grandi mari, i cui monsoni mi portano verso climi incantevoli, dove lo spazio è più bello e più profondo, dove l’atmosfera è profumata dai frutti. dalle foglie e dalla pelle umana.
Nell’oceano della tua capigliatura, intravedo un porto brulicante di canti malinconici, di uomini vigorosi di ogni nazione e di navi di ogni forma, che intagliano le loro architetture fini e complicate su un cielo immenso dove si abbandona il calore eterno. Nelle carezze della tua capigliatura, io ritrovo i languori delle lunghe ore passate su un divano, nella camera di una bella nave, cullate dal rullio impercettibile del porto, tra i vasi da fiori e gli orcioli che rinfrescano.
Nell’ardente focolare della tua capigliatura, respiro l’odore del tabacco, confuso a quello dell’oppio e dello zucchero: nella notte della tua capigliatura, vedo risplendere l’infinito dell’azzurro tropicale; sulle rive lanuginose della tua capigliatura, mi inebrio degli odori combinati del catrame, del muschio e dell’olio di cocco. Lasciami mordere a lungo le tue trecce pesanti e nere.
Quando mordicchio i tuoi capelli elastici e ribelli, mi sembra di mangiare dei ricordi.

Charles Baudelaire

Leggi anche  “In questa notte d’autunno”: una poesia di Nazim Hikmet