“Lettera alla madre”: la nostalgica poesia di Sergej Esenin

Dipinto di Boris Ivanovich Kopylov
Dipinto di Boris Ivanovich Kopylov

Sei ancor viva, vecchiarella mia?
Anch’io son vivo. Salve a te, salve!
Fluisca ancora sulla tua casetta
Quella indicibile luce serale.

Mi scrivono che tu, celando l’angoscia,
Troppo ti rattristi per me,
Che spesso t’affacci sulla strada
Nella tua vecchia giubba fuori moda.

E che nel buio azzurro della sera
Ti si presenta spesso una visione:
Vedi qualcuno in una rissa di bettola
Cacciarmi in cuore un coltello finnico.

Ma non è nulla, cara! Sta’ tranquilla.
É soltanto un penoso delirio.
Non sono ancora un ubriacone ancora sì incallito
Da morire senza rivederti.

Ti voglio bene ancora come un tempo
E il mio sogno è solo di tornare,
Vinta la mia indomita tristezza,
In quella nostra misera casetta.

Tornerò quando il bianco giardino
Aprirà i suoi rami a primavera.
Solo tu non mi svegliare all’alba
Come facevi otto anni fa.

Non ridestare un sogno svanito,
Non turbare ciò che non s’è avverato;
Troppo precoci perdite e stanchezza
M’è toccato provare nella vita.

Leggi anche  L'amor mio": la romantica e bellissima poesia di james Joyce

E non insegnarmi a pregare.
Non occorre! Non si può ritornare al passato.
Sei tu sola il mio aiuto e il mio conforto,
Tu sola la mia luce ineffabile.

Dimentica dunque la tua angoscia.
Non rattristarti troppo per me.
Non andare così spesso sulla strada
Nella tua vecchia giubba fuori moda.

Sergej Esenin