Le “due scimmie” di Brueghel: che significato hanno?

Di Laura Corchia

In questa tavola di piccole dimensioni Brueghel raffigura due scimmie incatenate poste sul davanzale di una finestra che affaccia su un paesaggio, quasi certamente il porto di Anversa. Rappresentati di fronte e di profilo, i due animali sono incatenati ad un anello posto al centro della composizione. A destra sono raffigurati dei gusci di noci.

Peter Brueghel, Due scimmie, 1562, olio su tavola
Peter Brueghel, Due scimmie, 1562, olio su tavola

Secondo una delle diverse interpretazioni, il pittore voleva alludere al proverbio fiammingo che si prende gioco della follia di chi “va dal giudice per una nocciola”.

Le due scimmie avrebbero venduto la propria libertà in cambio del loro cibo preferito, preferendo una gioia momentanea ma determinando una condizione di prigionia permanente. L’artista sottolinea così la natura umana, schiava del peccato e dei piaceri terreni.

Sebbene la scimmia sulla sinistra sia ripresa da un’incisione di Dürer, il pittore conferisce all’animale un’espressione talmente triste da sembrare umana.

Al di là di questo preciso significato iconografico, solitamente la scimmia è stata associata al malvagio ed al mostruoso. Proprio perché è in grado di imitare l’uomo, questo animale è stato da sempre considerato una sorta di caricatura dell’essere più evoluto. I bestiari medievali l’associano alla figura del diavolo e del male, sottolineandone il carattere dispettoso e frivolo. Nelle raffigurazioni dei cinque sensi, una scimmia che sta assaporando dei frutti è rappresentativa del gusto. Infine, la scimmia è stata rappresentata come emblema della pittura e della scultura, dal momento che l’artista imita la natura così come questo animale imita i comportamenti umani. I pittori fiamminghi del XVII secolo amavano altresì ritrarre le scimmie mentre suonano strumenti musicali, giocano a carte o svolgono altre mansioni prettamente umane.

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