La vita di san Lorenzo tra sacra gloria e tradizione pagana

Di Sara Venturiero

Roma, anno 253 d.C., viene nominato imperatore Valeriano, (ben prima del celebre Editto di Costantino, che nel 313 d.C. dichiara la libertà di culto in tutto l’Impero), si vivono decenni di persecuzione anti-cristiana, divieto delle adunanze nelle catacombe cittadine e di torture contro chi non abbandona la nuova fede.

Bernardo Strozzi, Elemosina di San Lorenzo, 1638-40, Venezia, chiesa di San Nicola da Tolentino.

Lorenzo, di origine spagnola, divenuto arcidiacono di Papa Sisto II, ottiene l’incarico di gestire i beni della Chiesa e di amministrarne le ricchezze, provvedendo alle necessità dei bisognosi, degli orfani ed delle vedove.

L’imperatore Valeriano, accecato dai nuovi cristiani sempre più numerosi, decide di catturare Papa Sisto II, Lorenzo ed altri diaconi, segregandoli nelle catacombe di San Callisto e torturandoli per far confessare loro i nascondigli dei beni accumulati.

Lorenzo, custode di tali segreti, viene lasciato in vita ed affidato al centurione Ippolito, che lo rigetta in cella con altri prigionieri;  qui conosce Lucillo, cieco dalla nascita, buono di cuore, con il quale scambia parole di conforto e affronta dialoghi di fede. In quei giorni, nel cuore di Lucillo cresce l’amore per Cristo, tanto da fargli prendere la decisione di convertirsi al cristianesimo ed è proprio Lorenzo a battezzarlo, servendosi di una pozza d’acqua salmastra formatasi nella cella;  nel preciso istante in cui le gocce toccano il capo del cieco, l’uomo recupera improvvisamente la vista.

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In quel momento il centurione Ippolito, si ritrova a scendere nelle prigioni e assiste al miracolo; ne rimase talmente colpito da sentir nascere in lui la luce della grazia di Dio e, decidendo così di seguire la fede cristiana, viene egli stesso martirizzato dai soldati di Valeriano, legato ad un cavallo e trascinato su sassi e rovi sparsi per Roma fino alla morte.

Il 10 Agosto 258 d.C., Lorenzo viene condotto poco lontano dal luogo di prigionia e lì subisce il tremendo martirio che lo vede bruciato vivo sulla graticola (suo attributo caratteristico, presente in tutte le sue raffigurazioni); il suo corpo venne poi trasportato al Campo Verano, nelle catacombe di Santa Ciriaca.

San Lorenzo trascinato sulla graticola, nell'interpretazione di Pietro da Cortona.

A ricordare i luoghi di passaggio di Lorenzo, a Roma vennero costruite tre Chiese: San Lorenzo in Fonte (luogo di prigionia), San Lorenzo in Panisperna (luogo del martirio) e San Lorenzo al Verano (luogo di sepoltura), a rappresentare l’immensa fede dei cittadini romani verso questo martire, considerato il compatrono della città.

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Dal punto di vista profano, invece, il nome di San Lorenzo è legato all’avvenimento annuale del passaggio delle Perseidi, meglio conosciuto come: la caduta delle stelle, che spinge tanti sognatori a stare con il naso all’insù sperando di poter vedere avverarsi un proprio desiderio.

La pioggia di stelle ha anche un significato più romantico, attribuito dai credenti più sensibili, ovvero quello di identificare ogni stella come una delle lacrime che il Santo versò durante il suo terribile martirio.

Dal punto di vista iconografico, San Lorenzo è rappresentato come diacono con la dalmatica, il libro dei salmi ed elemosina oppure durante il supplizio, disteso sulla graticola.

 

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