La Reggia di Caserta: ricchezza e fasto nel Regno di Napoli

di Laura Corchia

Voluta e commissionata da Carlo III di Borbone, la Reggia di Caserta rientra nella tradizione delle grandiose residenze reali che, inaugurata da Versailles, annovera numerosi altri esempi in tutta Europa.

Il progetto fu affidato nel 1751 all’architetto Luigi Vanvitelli che, secondo le intenzioni del sovrano, pensò ad una residenza che potesse soddisfare le esigenze della corte e concentrare le funzioni amministrative, politiche, militari e culturali proprie di una moderna capitale.

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A differenza delle altre dimore reali, la Reggia di Caserta presenta una impaginazione più serrata e geometrica, evidente nella distribuzione simmetrica e regolare degli spazi interni e del sontuoso parco circostante.

L’edificio si presenta come un grandioso blocco rettangolare comprendente, al suo interno, quattro cortili quadrangolari. Al centro dei due assi è posto un ampio vano ottagono su due piani, il cui spazio è scenograficamente esaltato dall’imponente scalinata a due rampe.

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Rispetto alla facciata anteriore, quella prospiciente il giardino presenta una impaginazione più movimentata ed importante, data anche dallo splendido affaccio sul viale principale, dal quale si può godere di un panorama che si perde nell’orizzonte delle vasche e della cascata posta in cima alla collina.

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Sebbene l’attuale conformazione del parco sia abbastanza diversa rispetto al progetto pensato dal Vanvitelli, questo grandioso spazio esterno rappresenta uno dei più alti esempi di giardino barocco. Secondo le fonti, l’architetto avrebbe lungamente meditato sulla villa d’Este di Tivoli, soprattutto per quanto concerne l’apparato scultoreo. Il percorso corre attraverso i miti di Diana e Atteone, Venere e Adone, Cerere, e Eolo, dalla grande cascata fino alla Reggia, lungo una sorta di fiume alimentato dall’Acquedotto Carolino, realizzato pure da Vanvitelli e viva testimonianza delle sue doti di architetto e di ingegnere.

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Nel 1768, per volere di Ferdinando IV e Maria Carolina, una zona del parco fu trasformata in giardino inglese da Andrea Graefer. La natura, libera dalle briglie imposte dall’artificio, torna così ad essere assoluta protagonista, vera e propria fonte di meraviglia per il fruitore.

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BIBLIOGRAFIA CONSULTATA PER LA REDAZIONE DI QUESTO ARTICOLO:

  • Storia dell’arte italiana, diretta da Carlo Bertelli, Giuliano Briganti, Antonio Giuliano, Electa – Bruno Mondadori;
  • Pierluigi De Vecchi, Elda Cerchiari, Arte nel tempo – Dalla crisi della Maniera al Rococò, edizioni Bompiani;
  • Giovanni Maria Bagordo, Le architetture per l’acqua nel Parco di Caserta, Aracne Editrice.
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