La prima pittrice fiorentina: Plautilla, la suora che dipinse solo metà del cielo

Di Laura Corchia

A Firenze, la famiglia Nelli è conosciuta per aver dato i natali a quattro priori e ad un gonfaloniere di giustizia. Ma, dalle sue solide radici vennero fuori anche due donne non comuni. Una, Bartolomea, fu la madre di Niccolò Machiavelli. L’altra, Plautilla, divenne priora del convento domenicano di Santa Caterina da Siena in San Marco. Fu una buona pittrice, tanto da trovare posto nelle Vite del Vasari. Un caso più unico che raro.

 

Nata nel 1523, si fece suora a soli diciannove anni e passò tutta la sua vita in monastero. Le cronache la descrivono come una bambina particolarmente incline all’arte, talento che cercò di affinare quando rinvenne in convento una collezione di disegni lasciati da Bartolomeo della Porta, meglio noto come Fra Bartolomeo. Dallo studio delle opere di Bartolomeo, ovvero dalla teoria alla pratica, il passo fu breve.  Plautilla prese le altre suore come modelle e cominciò a decorare il monastero.

Suor-Plautilla-Nelli-Madonna-Addolorata-depositi-di-Palazzo-Pitti

Viene considerata la prima donna fiorentina pittrice e, probabilmente, fu veramente così. Di lei parla Vasari in termini abbastanza lusinghieri, notando nei suoi quadri la non conoscenza del corpo umano maschile e come i suoi santi appaiano molto femminei, così come i volti degli Apostoli dell’Ultima Cena, dipinta per il suo convento. Di questa sua difficoltà di riprodurre corpi maschili dice Vincenzo Fortunato Marchese: “È tradizione che Suor Plautilla, volendo studiare il nudo per la figura del Cristo, si giovasse di quello di una monaca defunta, e le altre suore celiando fossero solite dire, che la Nelli in luogo di Cristi faceva Criste” .

 

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Dalle sue opere venne fuori un universo femminile delicato e misurato, mentre i ritratti maschili erano male abbozzati. La cosa colpì il Vasari, tanto che apprezzò le figure e i volti di donna quanto notò le carenze nelle immagini degli uomini. Ma, la dimestichezza con l’altra metà del cielo, quella a cui era abituata ogni giorno, bilanciava queste piccole imprecisioni. Molti dei suoi lavori, infatti, lasciarono il convento e finirono in palazzi e gallerie private.

Suor Plautilla morì nel 1588. Elogiandola, il Vasari commentò: “Avrebbe fatto cose meravigliose se, come fanno gli uomini, avesse avuto comodo di studiare e attendere al disegno e ritrarre cose vive e naturali”. 

 

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