La perla: miracolosa unione fra l’acqua marina e la luce della luna

di Laura Corchia

Secondo una bellissima leggenda di origine indiana, la perla è il frutto dell’amplesso fra l’acqua marina e la luce della luna, dentro l’alcova formata da un’ostrica aperta.

Al di là di questa romantica storia, la nascita di una perla è un evento davvero miracoloso. A differenza delle pietre o dei metalli preziosi, che devono essere estratti dalla terra, le perle sono prodotte dalle ostriche che vivono nelle profondità marine.

Battista Sforza *tempera on panel *47x 34 cm

Le perle, a differenza delle pietre preziose, non necessitano di taglio e levigatura per far emergere la loro bellezza, ma possiedono una naturale iridescenza brillante e una luminosità morbida.

Ma come nasce una perla? Inizia a formarsi quando un corpo estraneo, solitamente un parassita, penetra nel mantello di un’ostrica che, per alleviare l’irritazione, inizia a secernere una sostanza madreperlacea. Nel giro di qualche anno, questo corpo estraneo si copre completamente e così, un po’ per magia, si crea questo splendido prodigio della natura.

Nel corpo dei secoli, la perla è divenuta un ornamento molto ricercato. Amata dalla Musa Polimnia e dalla dea Venere, nell’iconografia sacra è divenuta attributo della Vergine Maria.

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Una legenda araba narra che le perle sono gocce di rugiada cadute in mare nelle notti di luna piena e penetrate nelle ostriche. Secondo Plinio, le ostriche nel tempo degli amori “si aprono quasi sbadigliassero, si riempiono di rugiada che le feconda e partoriscono poi le perle”. 

Secondo gli antichi, le perle avevano anche moltissime proprietà curative: venivano usate contro i dolori e contro l’ira, sbiancavano i denti, rendevano più salde le amicizie, accendevano la passione. Solo nel Medioevo si iniziò a pensare che esse portavano lacrime perché nate dal pianto degli angeli ribelli.

 

 

 

 

 

 

In moltissime opere d’arte possiamo ammirare nobildonne agghindate con splendidi gioielli fatti di perle. Nel Doppio ritratto dei dei duchi di Urbino dipinto da Pietro della Francesca tra il 1465-1472, Battista sforza sfoggia una splendida collana di perle e pietre preziose, resa ancor più brillante dalle velature a olio. Le perle compaiono anche nell’elaborata acconciatura, come voleva la moda del tempo.

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Famoso è poi il dipinto di Vermeer: La ragazza col turbante, meglio nota come La ragazza con l’orecchino di perla. L’orecchino con perla del quadro, che cattura quasi da solo la centralità della luce di cui è pervaso il dipinto, è di grandi dimensioni ed è a forma di goccia.  Nel XVII secolo le perle erano una preziosa rarità: venivano importate dall’Estremo Oriente. Nel caso della perla raffigurata nel dipinto, si tratta di un esemplare di grandi dimensioni che, a parere di alcuni studiosi, in natura non esisterebbe. Potrebbe anche trattarsi di un’imitazione in vetro soffiato di produzione veneziana.

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