Giuseppe De Nittis: il “pittore delle parigine”

di Laura Corchia

“Se mio figlio un giorno mi dovesse domandare dove trovare la felicità, gli risponderei: nella pittura”

(Giuseppe De Nittis)

La vita di Giuseppe De Nittis fu brevissima: morì a soli trentotto anni. Veloce e fugace come una meteora, la sua carriera è stata però costellata di successi e di riconoscimenti, al punto da essere considerato uno dei più famosi pittori italiani all’estero.

Nato a Barletta nel 1846, Giuseppe De Nittis era il quarto figlio di don Raffaele e di sua moglie Teresa Emanuela Barracchia. Rimasto orfano, crebbe con i nonni paterni e nel 1861 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Indipendente e insofferente verso le nozioni e lo stile accademico, fu espulso poco dopo dai corsi. Iniziò così a dipingere paesaggi en plen air e, dopo una breve ma fondamentale esperienza nella scuola di Resina, si avvicinò ai Macchiaioli.

La traversata degli Appennini, 1867
La traversata degli Appennini, 1867

Appartiene a questa fase La traversata degli Appennini, quadro dipinto nel 1867 ed esposto a Firenze. La resa atmosferica è resa con un’accuratezza quasi fotografica e da una sorprendente sensibilità cromatica. Il primo piano è occupato da una strada larga e fangosa, segnata dai profondi solchi lasciati dalle ruote dei carri. Al centro della carreggiata, una carrozza si dirige verso le abitazioni poste sullo sfondo. Pochi altri elementi si trovano nel dipinto: un albero spoglio sul margine destro della strada e un uomo che cammina in solitudine dal lato opposto. In alto, un cielo reso con strati di nuvole dense di varie sfumature di grigio incombe sul paesaggio ed è squarciato da un solo raggio di luce che si riflette sulla strada creando un riflesso dorato.

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Che freddo!, 1874
Che freddo!, 1874

Nel 1867 si trasferì a Parigi, città dove raccolse il maggior numero di successi, facendosi interprete di un impressionismo dagli accenti personali, di intensa poesia. Nei primi anni francesi De Nittis dipinse soprattutto scene di genere, indimenticabili istantanee della Parigi mondana ed elegante di fine Ottocento. Tra le opere più famose si ricorda Che freddo!, attraverso la quale fu soprannominato il “pittore delle parigine”. Tra i soggetti preferiti del pittore, infatti, le donne occupano un posto privilegiato, dipinte nei grandi parchi, durante una passeggiata, alle corse, nei salotti borghesi.

Colazione in giardino, 1883
Colazione in giardino, 1883

Tra le modelle predilette ci fu anche la moglie Léontine, ritratta insieme al figlio Jacques in Colazione in giardino, una delle ultime opere dipinte da De Nittis. Le due figure siedono attorno al tavolo della colazione mattutina, in giardino. Il terzo posto, quello dell’artista. è lasciato vuoto perché egli è intento ad immortalare la tenera scena domestica. La tavola, illuminata dal sole del mattino, è imbandita con cristalli e porcellane e dimostra un grande virtuosismo tecnico nella rappresentazione di ogni singolo oggetto.

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Nel 1874 De Nittis compì un breve soggiorno a Londra dove dipinse vedute caratterizzate dai delicatissimi accordi cromatici, dalle cadenze eleganti e quasi vezzose, memori dei preziosi linearismi giapponesi.

Ma, proprio al culmine del successo, fu colpito da un un fulminante ictus cerebrale, Morì nel 1884 a Saint-Germain-en-Laye.

“A volte, felice, restavo sotto gli improvvisi acquazzoni. Perché, credetemi, l’atmosfera io la conosco bene; e l’ho dipinta tante volte. Conosco tutti i colori, tutti i segreti dell’aria e del cielo nella loro intima natura. Oh, il cielo!
La natura, io le sono così vicino! L’amo! Quante gioie mi ha dato! Mi ha insegnato tutto: amore e generosità. Mi ha svelato la verità che si cela nel mito… Anteo che riprendeva vigore ogni volta che toccava la Terra, la grande Terra! E con loro il cielo che io mi raffiguro i paesi ove sono vissuto: Napoli, Parigi, Londra. Li ho amati tutti. Amo la vita, amo la natura.
Amo tutto ciò che ho dipinto.”

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