“Gabrielle d’Estrées e sua sorella”, un misterioso pizzicotto

di Laura Corchia

Un dipinto la cui iconografia è più unica che rara. Gabrielle d’Estrées e una delle sue sorelle, eseguito da un pittore anonimo appartenente alla Scuola di Fontainebleau nel 1595 circa, raffigura la bionda Gabrielle d’Estrées e sua sorella, la bruna duchessa di Villars. Le due donne sono immerse in una vasca da bagno e l’attenzione è catturata subito dal pizzicotto sul capezzolo di Gabrielle, amante ufficiale del re Enrico IV. La donna ha in mano un anello nuziale, simbolo di un matrimonio imminente con il sovrano. Una tenda di raso rosso funge da sipario, mentre gli orecchini ostentati dalle due donne ribadiscono l’appartenenza ad un elevato rango sociale. I corpi delicati, la pelle candida, i seni acuminati lasciano intendere che per entrambe la bellezza rappresenta un’arma di seduzione. Sullo sfondo si apre un altro ambiente dove è seduta una donna che cuce. Sopra il camino è affisso un quadro raffigurante un uomo nudo con le gambe divaricate.

Scuola di Fontainebleau, Gabrielle d'Estrées e sua sorella, Museo del Louvre.
Scuola di Fontainebleau, Gabrielle d’Estrées e sua sorella, Museo del Louvre.

Enrico IV, sposato con la sterile Margherita di Valois, riuscì a conquistare il cuore della bella Gabrielle. Sua sorella, pizzicandole il seno, ci vuole comunicare che presto ella diventerà moglie e madre del re. In effetti, diede ad Enrico IV tre figli ed egli, come ringraziamento, le donò il ducato di Beaufort nel 1597. Il sovrano adorava Gabrielle “dagli occhi color cielo”, la faceva sedere al posto della regina e le aveva, appunto, promesso di sposarla.

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Dopo l’annullamento del matrimonio con Margerita di Valois, il re finalmente poté chiedere la mano dell’amata Gabrielle, la quale disse: “Solo Dio o la morte del re potrebbero porre fine alla mia buona sorte”.

Ma, prima che potesse giurare amore eterno al suo re, morì il 10 aprile del 1599, dopo un parto prematuro provocato da un attacco di eclampsia. Enrico IV, distrutto dal dolore, corse per dare un ultimo abbraccio a Gabrielle e, dopo il funerale, iniziò a portare il lutto. Nessun sovrano, fino a quel momento, aveva reso così tanto onore ad un’amante.

Sei anni prima aveva scritto in una lettera: “Quando sto lontano da Voi che mi date gioia, io vesto solo di nero perché mi sento vedovo”. 

 

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