Dosso Dossi: il pennello eccentrico del Rinascimento

di Laura Corchia

Eccentrico pittore del Rinascimento, Dosso Dossi fu largamente attivo per la corte estense.

Giovanni di Niccolò Luteri, detto comunemente Dosso Dossi, nacque probabilmente intorno al 1486-87 e fu probabilmente allievo di Lorenzo Costa, anche se le sue opere non mostrano influenze del maestro mantovano. Inequivocabile è invece la forte derivazione dallo stile veneziano, giorgionesco in particolare. Ciò è evidente negli squarci del cielo, nelle atmosfere rarefatte e nel gusto per i soggetti ambigui e non facilmente decifrabili.

Dossi,_Dosso_-_Melissa

Della sua abilità si fece portavoce anche Ludovico Ariosto, incontrato a Ferrara presso Alfonso d’Este che, nella seconda edizione dell’Orlando Furioso, scrisse:

“E quei che furo a’nostri di’, o sono ora,
Leonardo, Andrea Mantegna, Gian Bellino,
duo Dossi, e quel ch’a par sculpe e colora
Michel, più che mortal, Angel divino;
Bastiano, Rafael, Tizian, ch’onora
Non men Cador che quei Venezia e Urbino…”

Egli elaborò uno stile del tutto personale, arricchito dal classicismo assorbito con l’arrivo della Santa Cecilia di Raffaello a Bologna a approfondito con il soggiorno romano, dopo il quale le sue figure si fecero più monumentali.

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Grazie alle sue doti di immaginazione Dosso Dossi divenne l’interprete di un originale filone fantastico, ben rappresentato iconograficamente da dipinti come la Maga Circe e la Stregoneria. Nel 1693 Giovanni Battista Borghese, in un Inventario, descrive la Maga in questi termini: “una Donna che rappresenta Maga con una torcia che accende al foco con un Cane e altre figure a sedere”.

Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù (1515-1518)
Giove pittore di farfalle, Mercurio e la Virtù (1515-1518)

Una delle sue opere più misteriose è Giove dipinge farfalleVi è raffigurato Giove nell’atto di dipingere delle farfalle. Dietro di lui, Mercurio invita al silenzio ad una donna, abiti scarmigliati da popolana modi concitati di chi ha fretta di ottenere udienza dal re degli dei.

Versatile e geniale, Dosso Dossi si è dedicato alle imprese più disparate: affrescò palazzi e castelli, disegnò scenografie e suppellettili, dipinse vessilli. Tra le maggiori imprese dipinte a Ferrara, vi sono i Camerini d’alabastro. I frequenti viaggi lo portarono ad aggiornarsi costantemente, avviando soprattutto un dialogo proficuo con Tiziano.

La sua pittura leggiadra eppur così misteriosa, ricca di meraviglia e di poesia, di grazia e di dolcezza, rievoca la stessa atmosfera che si respira nei versi ariosteschi, atmosfera fatta di incanto e di sogno.

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