Dentro l’opera: “L’incoronazione di Napoleone” di Jacques Louis David. Un Photoshop del XIX secolo

di Fabio Strazzullo

Questa tela è considerata il fiore all’occhiello di tutta la produzione artistica di Jacques Louis David, pittore francese che seppe meglio di tutti raccontare i fatti della Rivoluzione Francese e dell’ascesa e del declino di Napoleone Bonaparte. Intitolata “La consacrazione dell’imperatore Napoleone I e incoronazione dell’imperatrice Giuseppina” o semplicemente “L’incoronazione di Napoleone”, venne realizzata tra il 1805 e il 1807 e rappresenta la cerimonia d’incoronazione di Napoleone come Imperatore dei francesi dinanzi al papa e quella che fu la nuova nobiltà impero (istituita nel 1808).

L’evento fu organizzato il 2 dicembre 1804 nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi come segno di allontanamento dalle vecchie tradizioni della monarchia dell’Ancien Regime. L’intera scena si svolge all’interno dell’abside con tendaggi che coprono i dettagli gotici della Cattedrale. Sono rappresentati ben 80 invitati, tutti realmente esistiti, tutti rappresentati da David in un contesto ben studiato e tutti con lo sguardo rivolto verso la corona. Al centro vi è Napoleone in abiti imperiali nell’atto d’incoronare sua moglie Giuseppina di Beauharnais, inginocchiata a sinistra. Come testimone, in fondo a destra c’è papa Pio VII in trono. Sappiamo che Napoleone s’incoronò da solo, sostituendosi di fatto al papa, cui spettava tradizionalmente il compito di conferire l’autorità imperiale. Un atto dovuto per sottolineare la provenienza del potere solo dalla sua persona e soprattutto l’indipendenza dell’impero dalla Chiesa, ovviamente senza rompere i patti con essa. Osservando il volto di Napoleone, notiamo che sulla testa porta una semplice corona d’alloro dorato come gli imperatori romani, ma solo successivamente si pose sul capo una corona vera e propria che lui nominò “Corona di Carlo Magno”, perché identica a quella del famoso sovrano che venne distrutta dai giacobini un decennio prima.

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Questa sua corona (oggi esposta al Louvre) è interamente in oro tempestata di camei e pietre preziose, con otto archi che terminano con un globo e una croce sulla sommità. Tornando al quadro, oggi potremmo dire che sia un Photoshop, perché la madre di Napoleone, Letizia Ramolino non partecipò affatto alla cerimonia d’incoronazione per protesta personale, in quanto non riteneva Giuseppina degna di essere né la moglie di suo figlio, né tantomeno imperatrice. Napoleone, ovviamente per non farla passare come una donna dallo spirito freddo e meschino, e soprattutto per una questione che i posteri non avrebbero capito la sua assenza, ordinò a David di ritrarla al centro della prima tribuna, dove lo stesso artista compare in alto a sinistra mentre disegna la scena di quello che sarà poi il famoso dipinto con cui si conferma il più grande maestro del Neoclassicismo francese e dà prova della padronanza del disegno, dello studio della figura umana, della conoscenza della prospettiva, dell’uso sapiente del chiaroscuro, in sostanza di tutti quegli strumenti che gli danno modo di rappresentare fedelmente un pezzo di storia.

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Una volta terminata, l’opera finale venne esposta nel 1810 al salone di pittura, una mostra d’arte annuale di grande importanza dove la giuria la giudicò positivamente. Una volta terminata l’esposizione, il quadro ritornò tra le proprietà di David per ben 9 anni. Nel 1819, venne trasferito nei depositi del Louvre, lontano dagli occhi del pubblico, per ordine di re Luigi XVIII di Borbone, finché con l’arrivo del re Luigi Filippo, fu trasferita alla Reggia di Versailles fino al 1889 e infine riportata al Louvre, dove tutt’oggi si trova. Per la precisione, esistono altre due copie del quadro: una proprio a Versailles e un’altra nella Oldway Mansion di Paignton nel Devon.

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BIBLIOGRAFIA

-Rita Scrimieri, L’Ottocento, Vol. 3, p.32
-Le Sacre de Napoléon peint par David, Paris, Musée du Louvre, et Milan, 5 Continents, 2004: catalogue de l’exposition au musée du Louvre du 21 octobre 2004 au 17 janvier 2005

 

 

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